La Valsassina e la Valle Trompia hanno avuto fin dai secoli passati una enorme importanza per le loro miniere e per la relativa produzione e lavorazione del ferro nelle numerose officine.
Nei tempi antichi le officine del ferro, avevano una importanza strategica, le armi utilizzate per fini bellici erano costituire da componenti di ferro.
Quindi queste officine hanno convertito la loro produzione specializzandosi nella fabbricazione di armi, e lavorando in Valsassina per il ducato di Milano, in Valle Trompia per la Repubblica di Venezia.
L’importante produzione di armi, ha permesso un trattamento privilegiato da parte dei governi centrali, con notevoli esenzioni da gabelle o imposte indirette che colpivano la compra-vendita di vari generi come il vino, il grano, le biade, le bestie.
Con la rivoluzione francese non ci sono stati cambiamenti di rilievo in queste valli, la tradizionale lavorazione del ferro nelle officine e’ arrivata fino ai giorni nostri,.con produzioni ovviamente molto differenziate.
Abbiamo ritrovato un inedito libretto che tratta questo tema.
Giuseppe Badoni, Adolfo Duchene, Antonio Pestalozza.
Programma e statuti per la fondazione di una societa’ anonima sotto il titolo fabbrica nazionale d’armi del Regno Italico.
Milano, Tipografia Bernardoni, 1860
In-4° (cm 27,2 x 17,8), p. 27. Brossura editoriale a stampa colore nocciola. In copertina e all’occhietto: “Fabbrica nazionale d’armi del Regno Italico” entro doppia cornice di filetti.
“Scrittura depositata presso il notaio Giuseppe Alberti a Milano, 13 maggio 1860”.
Cita come lodevoli gli sforzi dei fabbricatori delle valli bresciane “unitisi tra loro in societa’”, l’alto livello di tecnologia e di materiali del Regio Arsenale di Torino, non sufficienti pero’ “alla necessita’ di grandiosi armamenti”, e quindi di un Regno “tributario allo straniero per soddisfare al massimo dei bisogni”, e propone l’iniziativa privata, una nuova impresa di stabilire nei distretti di Lecco e di Bellano con una “popolazione di ben oltre 30.000 individui, dedita in gran parte ai lavori del ferro”
Nell’art.1 si invitano i sottoscrittori che aderiranno alla nuova iniziativa di acquistare una o piu’ azioni.
“Essa ha per iscopo la fabbricazione delle armi d’ogni specie, di guerra e di lusso, giusta gli ultimi progressi del genio moderno”.
Lo stabilimento con forza motrice per lavori in ferro ubicato a Mandello dove il Signor Giuseppe Badoni cede alla Societa’ il proprio stabilimento, e si obbliga ad acquistare la maggioranza di azioni della Società costituente.
Giuseppe Badoni (Rancio di Lecco 1807 – Castello di Lecco 1877). Di famiglia di imprenditori del ferro nel lecchese, aiuto’ gli insorti del governo provvisorio e poi fu esiliato per due anni in Svizzera, dal 1850 produsse lamiere e rotaie a Bellano coadiuvato da Enrico Falck. Designato direttore della costituenda impresa “ottenne da Torino le piu’ lusinghiere parole di incoraggiamento e promessa di protezione”.
Antonio Pestalozza (1784-1865). Di famiglia originaria di Chiavenna, banchiere, per incarico di Radetzky podesta di Milano dal 1848 al 1856.
Non sappiamo se la fabbrica si e’ costituita, o e’ rimasta solo una idea, che purtoppo oggigiorno ha avuto un enorme sviluppo.
L'”area padana” da Novara passando per Milano, salendo a Lecco e fino a Brescia, rimane un concentrato unico di queste “aziende della morte”.
L’Italia non dimentichiamo e’ il terzo fornitore di armi ad Israele.
E’ stata presentata istanza alla ICC (International Criminal Court) per investigare l’Italia per presunta complicita’ in crimini di guerra e contro l’umanita’ a Gaza, a causa di forniture militari e cooperazione con Israele.
Lo scopo fondamentale per chi si batte per la difesa dei diritti civili nel mondo e’ contrastare in tutti i modi possibili chi produce per uccidere l’ umanita’ indifesa, sicuri che arrivera’ presto il momento che tanti dipendenti di queste aziende delle armi, diranno: – non in mio nome, -non con il mio lavoro.-.
Allegate seguenti immagini fotografiche:
-Coperta e frontespizio del libro.
– Etablissement Sericicole de Albert Keller a Mandello.
La stampa, databile verso il 1850, e’ firmata sotto a.s.: “dis. et grave par L. Cherubin”
Giancarlo Valera



