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Gli italo-argentini sono i migranti o i discendenti di emigranti italiani. Oltre il 70% della popolazione argentina, che conta oggi circa 30 milioni di cittadini, riconosce una discendenza paterna o materna di avi italiani, e gli italiani sono il gruppo etnico più numeroso in Argentina. La comunità degli italo-argentini si colloca al secondo posto dopo quella italo-brasiliana, seguita dalla comunità italo-americana.

Già dal 1750 gli italiani poveri cominciarono a oltrepassare l’oceano per arrivare in Argentina, ma fu tra la fine del 1800 e il 1930, in piena enfasi della dittatura fascista, che si ebbe il picco della ‘grande emigrazione italiana’ verso lo spopolato Paese sud-americano.

I dati parlano di 3 milioni di italiani che partirono tra il 1876 e il 1976 all’avventura, senza un briciolo di certezza sul loro futuro e senza conoscere il giaciglio dove dormire la notte…

In Italia c’erano tanti proclami e poco lavoro, la ricchezza era in mano a pochi, e quei pochi erano soggiogati dal potere, la maggioranza delle persone viveva nel degrado in cascinali privi di servizi a contatto con gli animali, le malattie infantili dilagavano…

In questi giorni si ricordano i defunti nei fiorati cimiteri dei nostri Paeselli di montagna, diamo un’occhiata a quelle piccole marmette bianche dedicate ai bambini nei primi decenni del secolo scorso…non c’è famiglia che non abbia avuto tra le mani, impotente, l’ultimo respiro di un proprio bimbo: neonati nutriti col pancotto in assenza di latte materno; lumache, all’interno delle fasce poco pulite e lavate con un secchio d’acqua riempito alla fontana del paese, per contenere le infiammazioni, questo secondo la creduloneria popolare, ma che pian piano quel rosso scarlatto diventava una piaga purulenta…Del resto con 1 pentolino d’acqua la gente si lavava 1 volta la settimana…

L’Argentina, in quel periodo, aveva bisogno di migranti, con un territorio 9 volte più grande dell’Italia che nel 1850 contava 21 milioni di abitanti.

“El Gobierno Federal incoraggierà l’immigrazione europea; non potrà restringere, limitare o gravare con alcuna imposta l’ingresso nel territorio argentino de los extranjeros che abbiano per oggetto labrar la tierra, mejorar le industrie, introducir e insegnare le scienze y las artes” art. 25 Costituzione della Confederazione argentina del 1853.

Una legge argentina del 1876 permetteva l’assegnazione gratuita di vaste porzioni di terra, o pagabili a prezzi irrisori, a chiunque ne facesse richiesta. E nel 1882 el Gobierno decise di concedere gratuitamente 25 ettari di terra a tutti i nuclei familiari residenti in Argentina.

I primi ad arrivare in Argentina furono i lombardi, i veneti e i liguri, in seguito la partenza coinvolse anche il Mezzogiorno. A frotte gli italiani che non avevano mai indossato un paio di scarpe, senza soldi, ma con tanti sogni, partirono per l’Argentina in cerca di fortuna.

A Buenos Aires si concentrò la comunità genovese che, nel 1882 a seguito dell’ennesima crisi economica, issò la bandiera di Genova e ebbe l’ardire di proclamare la Repubblica genovese indipendente…

Gli italiani giunsero anche in Patagonia, nel Chaco, nella Pampa…dove nessuno voleva andare…Ushuaia è la città più meridionale al mondo, fu costruita interamente da italiani dopo la seconda guerra mondiale e oggi è popolata quasi esclusivamente da italiani.

Lo Stesso Presidente Milei ha origini italiane, per l’esattezza è calabrese.

Ieri il Presidente argentino ha vinto con il 40% dei voti le elezioni legislative di metà mandato: “è una consacrazione storica della visione ultraliberista” ha commentato. Quando è stato eletto il consenso era del 54%.

“Vittoria schiacciante” l’ha definita il Presidente Trump, dopo aver consegnato a Milei 40 miliardi di dollari per la tenuta del Governo e l’economia dell’Argentina per i prossimi 2 anni. Una scommessa riuscita. Il Segretario al Tesoro USA: l’Argentina è un partner strategico per Washington per controllare più da vicino la regione, dove negli anni si sono andati consolidando gli affari della Cina…

Milei ha inneggiato alla libertà, solo che la libertà non ha bisogno di una motosega per tagliare la storia…

Don’t cry for me Argentina.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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