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Le nove pagine che costituiscono la lettera apostolica ‘Disegnare nuove mappe di speranza’ di Papa Leone XIV parlano del ruolo educativo integrale della persona ad opera della famiglia, della scuola, e di tutte le agenzie educative: sportive, culturali, sociali, di gioco, di preghiera.

Il Pontefice ribadisce che le persone non sono il frutto di un calcolo algoritmico, ma sono spirito e mente, corpo e dignità sacrale. E tutte vanno custodite per la preziosità che rappresentano.

E’ necessario, dice il Papa, “ricostruire fiducia in un mondo segnato da conflitti e paure, frammentato, digitalizzato, complesso. L’educazione cattolica non può tacere davanti all’esclusione sociale. Deve unire giustizia sociale e giustizia ambientale, promuovere sobrietà e stili di vita sostenibili”.

La formazione cattolica, promossa dai Padri conciliari nella dichiarazione ‘Gravissimum educationis’ del 1965 alla fine dei lavori del Concilio Vaticano II in piena guerra fredda, afferma il diritto di ciascuno all’educazione e indica la famiglia come prima scuola di umanità, il testo rimane il punto di partenza della riflessione di Papa Leone XIV che la definisce ‘bussola che continua a indicare la direzione’: dalla sua ricezione è nato un firmamento di opere e carismi che orientano il cammino.

Il Papa sottolinea che milioni di bambini oggi non hanno accesso alla scolarizzazione primaria a causa delle guerre, della disuguaglianza, delle migrazioni, dei contesti violenti in cui vivono, del degrado famigliare…

La storia della educazione cattolica è la ‘storia dello Spirito all’opera’, afferma il Papa citando i Padri del deserto, Sant’Agostino, il Cardinale Newman che è stato proclamato dottore della Chiesa oggi 1° novembre 2025. Il Pontefice richiama la pedagogia di Maria Montessori…e ricorda il Patto educativo globale di Papa Francesco del 2019 come strada per la costruzione della fraternità.

La digitalizzazione frantuma l’attenzione, mette in crisi le relazioni, ferisce la psiche…ma proprio in questo tempo inospitale l’educazione cattolica ha la forza per essere un “faro, laboratorio di discernimento, innovazione pedagogica e testimonianza profetica”.

L’intelligenza artificiale e gli ambienti digitali vanno orientati alla tutela della dignità, della giustizia, del lavoro, evitando il rischio della tecnofobia, perchè non ci sarà mai un algoritmo che potrà sostituirsi all’amore, all’arte e alla poesia.

Quindi l’educazione cristiana è un’opera corale di ricerca della verità come “una costellazione fatta di tante stelle”, dalle famiglie alle parrocchie, dalle scuole dell’infanzia fino all’università, dagli oratori ad ogni associazione che si prende cura dei ragazzi…Tutte istituzioni chiamate a convergere, a far luce insieme.

La scuola cattolica non è solo un’istituzione, ma una casa in cui fede, cultura e vita si intrecciano e gli educatori sono chiamati a una responsabilità che va oltre il contratto di lavoro, avendo ben chiaro che al centro del processo educativo c’è l’uomo che deve essere accompagnato a scoprire il senso della vita, la sua dignità inalienabile, la responsabilità nei confronti del mondo.

Questo appello vale anche per le scuole pubbliche: tante volte ho visto insegnanti stremati alla fine di un Consiglio di classe o dopo una lezione frontale, eppure in grado di offrire fino all’ultima forza la spiegazione di una regola…

La cura della vita interiore dei giovani e del dialogo con Dio, la formazione all’uso sapiente delle tecnologie, l’educazione alla pace e alla riconciliazione mediante l’insegnamento di linguaggi non violenti e l’utilizzo di parole disarmate, sono le consegne educative di Papa Prevost che coinvolgono tutti noi.

Quale e quanta responsabilità abbiamo in assenza di un codice morale giusto e umano?

MARIA FRANCESCA MAGNI

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