Dal 2004 Opzione Donna è una misura che viene rinnovata ogni anno e che offre alle donne lavoratrici la possibilità di pensionamento anticipato. Quest’anno il Governo ha però deciso di cancellare questa norma e quindi Opzione Donna non sarà rinnovata per il 2026. Questa misura ha offerto alle lavoratrici di anticipare l’uscita dal lavoro rispetto alle normali finestre di pensionamento, riconoscendo il peso che disuguaglianze e carichi familiari hanno avuto sulle loro carriere, uno strumento di equità che è servito ad alleviare il carico di un percorso lavorativo che, per le donne, rimane un vero e proprio percorso a ostacoli. Ed è proprio per questo che è importante difendere Opzione Donna e chiedere al Governo di non cancellare questa tutela per le lavoratrici. Firma questo appello, salva Opzione Donna.
Siamo una generazione di donne che ha sempre lavorato con impegno e responsabilità, spesso in silenzio. Abbiamo cresciuto figli, accudito genitori, sostenuto le nostre famiglie — e lo abbiamo fatto conciliando tutto con il lavoro, nonostante le difficoltà e le disuguaglianze.
Negli ultimi anni, però, abbiamo visto cambiare le regole del gioco: ci sono stati già 5 anni in più sull’età pensionabile, e ora si parla di togliere o ridurre ulteriormente Opzione Donna.
Ma Opzione Donna non è un privilegio: è una forma di riconoscimento e flessibilità per chi ha portato il peso della doppia vita lavorativa — quella in ufficio e quella in casa.
Parliamo tanto di parità di genere, ma la parità non si realizza solo sulla carta:
Non c’è nei salari, ancora inferiori per le donne.
Non c’è nelle carriere, spesso interrotte per maternità o per assistere i familiari.
E ora rischia di sparire anche nel diritto alla pensione dignitosa e flessibile.
Le donne che oggi vengono obbligate a restare al lavoro fino a 67 anni sono le stesse nonne che permettono alle figlie di lavorare, accudendo i nipoti.
Se si toglie loro la possibilità di scegliere, si danneggia l’intero sistema sociale: meno aiuti alle famiglie, meno sostegno alla maternità, più difficoltà per tutti.
Chiediamo quindi al Governo e al Parlamento di:
- Mantenere e potenziare Opzione Donna, rendendola accessibile a tutte le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi, senza penalizzazioni eccessive.
- Riconoscere il valore sociale del lavoro di cura, attraverso politiche pensionistiche che tengano conto delle differenze reali tra uomini e donne.
- Coinvolgere le donne nei tavoli decisionali sulle riforme previdenziali che le riguardano.
Abbiamo già accettato in silenzio troppi sacrifici.
Ora chiediamo rispetto, ascolto e giustizia.


