Grande, grandissimo Re Carlo III d’Inghilterra, uomo di grande simpatia umana, degno figlio della grande Regina Elisabetta II, nel suo discorso tenuto ieri davanti al Parlamento italiano . Ha ricordato la secolare storia che tiene unita “la grande isola europea” con la “penisola italiana”.
A partire dalle epoche più lontane, dai tempi dell’Impero Romano, che ha insegnato ai Britannici a coniare l’effige del Re sulle monete (come ha ricordato Re Carlo) !
Sorvolando graziosamente, a dire il vero, su altri episodi molto violenti nella repressione della rivolta di Boudicca, a cui è giustamente dedicata una piazza e una bella statua a Londra, che ebbe risvolti tragici: l’incendio della appena fondata Londinium, la strage di uomini e donne romane e successivamente di uomini e donne britanniche, dopo la decisiva battaglia di Watling Street nel 60 d.C.
Il Re si è giustamente soffermato su Garibaldi, l’eroe dei due mondi, che aveva un grande seguito in Gran Bretagna, e che soprattutto fu scortato dai velieri inglesi, per proteggerlo dai Borboni, nel suo viaggio “dei Mille” verso la Sicilia,e guarda caso sbarcò proprio a Milazzo, vicino Marsala che era praticamente una colonia inglese (furono loro a inventare e a produrre il famoso liquore dolce omonimo).
Gli Inglesi nell’Ottocento vedevano con favore la nascita di uno Stato italiano nel Mediterraneo, in funzione antifrancese.
Basterebbe pensare a Lord Byron, il teorico della libertà dei popoli, morto in Grecia combattendo contro i Turchi, ma forse il Re poteva citare anche Giuseppe Mazzini, che per molti anni soggiornò in una dimora dimessa a Londra vivendo stentatamente dando lezioni di Italiano e scrivendo qualche articolo per i giornali, dopo il suo esilio dal Piemonte Sabaudo.
Per inciso a Londra, in un’altra casa molto povera, viveva anche Karl Marx, il fondatore della teoria socialista , insieme all’inglesissimo Friedrich Engels : si potrebbe quindi dire che Londra fosse all’epoca la capitale delle scienze politiche europee.
Alla vigilia della I Guerra Mondiale furono proprio gli Inglesi a staccare l’Italia dall’alleanza Austro-Tedesca in cui era entrata in risposta ai dazi francesi, una vera e propria “guerra commerciale” transalpina che era partita nel 1878, per unirsi agli “Alleati” vittoriosi.
Lo Stesso Mussolini all’inizio era valutato molto positivamente da Churchill e dai Ministri inglesi, per aver riportato l’ordine in Italia dopo il “Biennio Rosso”, fino a quando nel 1936, dopo la Guerra di Etiopia, scelse l’alleanza con il Nazismo di Hitler.
Durante la II Guerra Mondiale lo scontro fu molto duro, soprattutto in Africa e nel Mediterraneo: “Dio stramaledica gli Inglesi” , fu l’ultimo slogan lanciato dal Duce, dopo le pesanti sconfitte sul mare dovute alla “Mediterranean Fleet” (che a differenza degli Italiani aveva il Radar) e battaglie epiche come l’Assedio di Tobruk (roccafore prima degli Inglesi poi degli Italiani) , Giarabub, e infine El Alamein (dove il Generale Montgomery concesse agli Italiani l’onore delle armi, “Mancò la fortuna, non il valore” fece scrivere su una lapide.
Anche nel secondo dopoguerra i rapporti sono sempre stati ottimi: la Gran Bretagna aveva perso il suo ruolo imperiale, a vantaggio degli Stati Uniti, ma faceva parte dei paesi fondatori della CECA e del libero commercio tra le nazioni europee, da cui è poi nata l’Unione Europea, fino alla disastrosa decisione della Brexit, di cui sembra che oggi si stiano amaramente pentendo.
L’Inghilterra fa sicuramente parte della Storia europea, ed è sempre stata vicina all’Italia, non solo per l’apprezamento delle sue bellezze artistiche e per i numerosi turisti inglesi che ogni anno vengono ad ammirarle, soprattutto a Firenze e in Toscana.
Così è giusto che sia: lunga vita a Carlo III e alla Regina Camilla !
ENRICO BARONCELLI