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I professionisti della didattica formativa-educativa si interrogano sull’intelligenza artificiale a scuola.
“Non è farina del tuo sacco…hai copiato persino l’errore nell’applicazione del teorema…non hai studiato niente, non conosci niente, allora chi ti ha scritto il tema?” e poi fogliettini dappertutto fino all’uso illegittimo nei compiti in classe di orologi computer che visualizzano la soluzione dei problemi…

Sicuramente la fantasia negli studenti è infinita, e contiene una furba ingenuità per combattere la paura di non farcela nella consapevolezza di essere stati tutto il pomeriggio a giocare con la play station, a passare da un social all’altro, a scattare selfie, a pubblicare rabbia…Tutto e di più fuorchè ripassare. Ma oltre a copiare i compiti 10 minuti prima del suono della campanella dal compagno secchione e a farsi passare il risultato con tanto di prova sempre dal più bravo della classe, la maggioranza degli studenti cerca di studiare. Male, ma studia. Soprattutto adesso che con il telefonino basta schiacciare un tasto e trovi la risposta a tutto, scienze umane comprese.

L’intelligenza artificiale sicuramente è uno strumento straordinario e potente per facilitare compiti ripetitivi, comparare dati, ottenere informazioni utili, avere notizie in tempo reale, accorciare le distanze, comunicare col mondo…Anche per studenti e insegnanti con la possibilità di: fare approfondimenti in classe, preparare le lezioni, personalizzare l’apprendimento, automatizzare incombenze burocratiche, organizzare lo studio domestico, preparare lo studente agli esami, fornire feedback immediati delle prove, aiutare gli studenti con bisogni speciali… Sono tanti i vantaggi.
Quindi le nuove generazioni è bene che siano alfabetizzate alla multidisciplinarietà dell’AI e che sappiano cosa comporti l’AI literacy: comprensione della tecnologia in modo pertinente, efficace e responsabile; e l’AI thinking: in cui pensiero e riflessione sono elementi indispensabili nell’uso della tecnologia, per essere i soggetti dell’oggetto e non viceversa.

Tuttavia, dicono pediatri e specialisti, i campi delle tecnologie che oggi appaiono distese verdi pieni di opportunità invitanti, possono a lungo andare creare dipendenza, mancanza di concentrazione, parcellizzazione della cultura a risposte immediate e subito dimenticate, grande ignoranza con poco sforzo e fatica.
Ma forse le masse ignoranti fanno comodo: distese bianche su cui disegnare, il più astuto che prende il pennello per primo disegna il destino di tutti.
Quindi famiglia, scuola, impresa, istituzioni pubbliche e private sono corresponsabili delle questioni etiche e sociali che la tecnologia crea, come la privacy e la tutela dei dati degli studenti.

La scuola privata Alpha School di Austin in Texas ha inserito un tutor AI nel curriculum scolastico. Secondo l’offerta formativa il tutor AI è coinvolgente e stimolante, e permette ai ragazzi di concentrarsi sulle materie in sole 2 ore al giorno col tutor stesso, il resto della giornata è dedicato a workshop su: oratoria, leadership, imprenditorialità…per affrontare da vincenti le sfide della realtà. Gli insegnanti sono definiti guide, e sono incaricati di supportare lo studente, fornendo motivazione nello sviluppo di competenze pratiche. Secondo il piano di studi la scuola mira all’eccellenza dei propri studenti, considerati fin dall’iscrizione futuri manager di successo.

Io sono sempre più convinta che la scuola italiana, pur con tutte le pecche filtrate dalle crepe dei suoi muri e le mancanze appiccicate sulle vecchie lavagne col gesso o proiettate sulle moderne digitali, sia stata in passato e lo è nel presente la migliore del mondo, da qualsiasi angolazione la si guardi: didattica o educativa. Ho sperimentato, in tanti e tanti anni, che ogni docente lavora in buona fede e con onestà intellettuale, chiaro che casi aberranti di comportamenti maleducati o inadeguati si contano, eccome, come in tutte le comunità dove si interagisce tra idee e credo diversi, mediocrità inclusa. E’ nell’ordine delle cose umane.

Gli insegnanti, o la gran parte, sono tutte persone oneste che lavorano sodo, impegnate e serie, che cercano di svolgere al meglio il loro compito, non sono super geni o super eroi. E’ cosi’ in tutti i settori, dalla salute alla PA, nelle fabbriche, negli uffici, in politica…siamo solo uomini con tutte le nostre difficoltà però anche con qualche pregio…
I programmi ministeriali, a volte un po’ estrosi e atemporali, tendono comunque a uniformare la formazione, a trasmettere conoscenza in rapporto ai bisogni dell’individuo come il contemperamento tra creatività e dignità, e in relazione alle esigenze della società come il rispetto delle regole che induce ad essere critici e responsabili di ciò che si fa.
Tuttavia la scuola non può essere il solo puntello educativo, oltre che formativo. Non è possibile che all’interno della scuola gli studenti comprendono, o fanno finta di comprendere per convenienza essendo privi di una dietrologia significativa in merito, cosa vuol dire stare in fila, non molestare i compagni, rispettare le persone e l’ambiente e poi, appena fuori dal portone tutto cambia: accendono spinelli, sputano per terra, deridono le persone, picchiano, urlano, bestemmiano, uccidono…Questa realtà non può essere risolta con l’AI, ma solo con la presa di coscienza e con la buona volontà di tutti i pilastri della società.

Nonostante i propositi positivi delle tecnologiche innovative finalizzate a perfezionare il servizio scolastico e a rendere più comprensibile l’informazione, l’elaborazione e la risoluzione del quesito, l’AI non è qualcuno o qualcosa che dall’esterno deve sostituire il maestro o addirittura l’allievo, è solo una modalità interattiva e intelligente per migliorare l’apprendimento, lo studio, l’inclusione, semplicemente l’apparato scuola che vede come protagonisti gli studenti, le famiglie, gli insegnanti, le istituzioni, la gente, che fuori dal portone aspetta fiduciosa l’uscita di giovani uomini preparati a pensare e a riflettere, convinti costruttori di bene.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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