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LOMBARDIA: INFORMAZIONE VS STRUMENTALIZZAZIONE
Anche in Lombardia assistiamo da tempo ad una strumentalizzazione politica del lupo: articoli allarmistici, foto e video fake, dati inventati, definizioni fantasiose.
Questo attacco è culminato in recenti dichiarazioni di alcuni politici regionali, che a loro dire anticipavano dati dei primi mesi 2025 indicando oltre 100 osservazioni di lupo, e in un assai discutibile convegno a senso unico.

In realtà, il Rapporto Grandi Carnivori di Regione Lombardia, di prossima uscita, conterrà esclusivamente dati 2024 che, peraltro, escludono categoricamente generiche osservazioni di cui solo la stampa sensazionalistica può fare uso, ma che nulla hanno a che vedere con i monitoraggi.
Le osservazioni, infatti, includono dati dubbi, spesso falsi, avvistamenti di cani, predazioni non ascrivibili a lupi dichiarate e mai smentite, notizie di Coldiretti, ormai fonte privilegiata, quanto faziosa della politica lombarda.
Le osservazioni, inoltre, sono del tutto non standardizzate, non verificate, dipendono dal numero di osservatori e non danno conto di alcuna densità o trend.
I DATI che derivano dal confronto tra quelli ufficiali di Regione e Province e quelli aggiornati fornitici da molti appassionati raccontano una realtà ben diversa.

In Lombardia, al momento, si contano ragionevolmente 26 BRANCHI confermati, soggetti a un notevole turnover che rende difficile il monitoraggio: questo turnover è dovuto soprattutto agli abbattimenti in Svizzera e a cause non naturali di morte (antropiche).
Di questi branchi 3 sono transfrontalieri e almeno altri 6 in comune con altre regioni/province.
Si aggiungono altre 9 situazioni incerte di coppie presenti, branchi dubbi o probabilmente non più esistenti.

Dunque, il confronto con il Rapporto 2023 non comporta alcuna crescita esponenziale, con buona pace di chi ama stupire con questa affermazione.
Si configura un NORMALE AUMENTO della popolazione, dovuto al fatto che il territorio regionale è ancora in gran parte libero da lupi, aumento in parte ancora da confermare con le analisi genetiche.
È molto difficile (e sfidiamo chiunque a farlo) stimare il numero dei lupi in dispersione, ma per non sottrarci a questo tentativo, considerando la consistenza media dei branchi e dati di letteratura, possiamo stimare il numero di lupi presenti mediamente in Lombardia intorno ai 160 INDIVIDUI: una cifra senza alcuna pretesa di scientificità.

Un dato ci sembra molto rilevante: la quasi totalità di questo aumento dei branchi riguarda le AREE DI PIANURA, aree poco monitorate e con elevatissime mortalità e turnover.
Nelle Alpi lombarde si assiste, invece, a una situazione stabile, anzi in lieve DIMINUZIONE, con certamente almeno 3 branchi in meno dell’anno precedente, seppure siano uno degli ultimi territori montani italiani (ed europei) a non essere ancora saturo di lupi.
Anche la consistenza dei branchi, nei rari casi in cui è conosciuta, rientra nella norma nazionale ed europea, al netto delle dichiarazioni di molti riguardo a branchi di 9-10 lupi segnalati in autunno-inverno: la consistenza dei branchi si definisce a inizio primavera.

Qualcosa naturalmente può esserci sfuggito: grazie a chi fornirà contributi documentati.
Regione Lombardia, al momento, sta portando avanti un faticoso monitoraggio standardizzato a lungo termine, che porterà fra un po’ di anni ad avere dati sulla densità e sul trend, ma non sui branchi, sulla loro consistenza e localizzazione.
Dati che, oggi, sono assolutamente inadeguati a pianificare alcuna gestione, per la quale servirebbero molti più investimenti.
Quanto ai danni alla zootecnia riportati dagli stessi report ufficiali regionali: sono limitati e stabili, più contenuti dei dati italiani, ma li approfondiremo in un prossimo post.
Non potevano mancare dichiarazioni sui lupi CONFIDENTI, anch’esse false: i lupi che si avvicinano saltuariamente ai centri abitati sono un fenomeno normalissimo e non sono classificati confidenti ai sensi dei protocolli Ispra.

Ad oggi, nessun lupo è stato classificato come confidente in Lombardia né da Regione segnalato formalmente come tale.
In compenso, Regione segnala un lupo in centro Milano, area frequentata da decine di migliaia di persone, al pari di una notizia di gossip, senza che sia seguito alcun monitoraggio attivo o che sia stato allertato qualcuno per eventualmente intervenire: una modalità di lavoro che predilige la comunicazione alla responsabilità.

Infine, l’ultima falsità dichiarata da politici e assessori lombardi, subito rilanciata dalla stampa: gli IBRIDI cane-lupo, che sarebbero addirittura prevalenti e farebbero parte di un vuoto normativo.
Soprassediamo sulla superficialità con cui il termine “ibrido” è, ormai, ampiamente utilizzato.
Il problema è noto in Appennino e in alcuni rari casi in pianura; del tutto non confermato per le Alpi lombarde.
Dunque anche per l’ibridazione la Lombardia è al di fuori da qualsiasi logica emergenziale.
Segnaliamo che, contrariamente a quanto affermato, il livello di tutela degli individui incrociati e dei lupi puri è il medesimo, oltre al fatto che nessuna pubblicazione scientifica mostra comportamenti diversi tra loro.

In sintesi: oggi, LA LOMBARDIA RISULTA ESSERE, ragionevolmente, LA REGIONE ITALIANA CON LA DENSITA’ PIU’ BASSA DI LUPO, a parte Sardegna e Sicilia dove è assente.
LA SITUAZIONE LOMBARDA, seppure in progress, NON CORRISPONDE oggettivamente AD ALCUNA EMERGENZA.
Ca.Re vigilerà, affinché in futuro dichiarazioni e atti di Regione Lombardia siano coerenti con questa situazione e con la scienza.

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