Condividi l'Articolo sui Social

Venerdì 30 maggio, presso il Palazzo delle Paure a Lecco, si è tenuto il convegno dal titolo “LA SARDEGNA PREISTORICA”. A spiegare i contenuti dell’iniziativa sono convenuti Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont’e Prama, e Bastianino Mossa, Presidente FASI, Mauro Rossetto Direttore del Sistema Museale Urbano Lecchese, Nicolò Donati Conservatore del Museo Archeologico di Lecco.

I temi del programma sono stati:
“Giganti prima dei Giganti: dall’età preistorica al fenomeno Mont’e Prama” approfondimento a cura di Giorgio Murru e Nicola Castangi;
“L’antica città di Tharros: l’epicentro del Sinis in età punica e romana” di Ilaria Orri;
“Immagini dal passato: l’ipogeo di San Salvatore” a cura di Nicoletta Camedda.

L’ETA’ NURAGICA, DALLE GRANDI TORRI DI PIETRA AI GIGANTI
L’età Nuragica, dalle grandi torri di pietra ai Giganti. La “bella età dei nuraghi”, l’età del Bronzo, quella che ci riporta indietro di 3.500 anni, è il periodo più rappresentativo e significativo della Sardegna, quando una grande ricchezza ha permesso la realizzazione di migliaia di torri in pietra: i nuraghi. In quest’epoca il territorio del Sinis è molto più popolato rispetto alla precedente età neolitica. Sorgono ovunque numerosi nuraghi e villaggi e ciò riflette la volontà dei Sardi di avere sotto controllo il proprio territorio sfruttandone appieno le risorse. Attualmente nel territorio del Sinis si conoscono 152 siti tra nuraghi, aree sacre, aree funerarie e villaggi.

Un sito che ha restituito dati importanti per la ricostruzione della vita dei Nuragici è Sa Osa. In questo luogo sono stati indagati dagli archeologi numerosi pozzi usati come silos (depositi), dove sono stati trovati semi e frutti provenienti da colture cerealicole e frutticole; di particolare importanza appare la coltivazione della vite.

AREA ARCHEOLOGICA DI MONT’E PRAMA
Come ogni grande scoperta è avvenuta per caso: era il marzo 9174 quando l’aratro di un contadino portò alla luce alcune pietre scolpite. In quegli anni iniziarono le ricerche archeologiche che, tuttora in corse, stanno dando un importante contributo alla conoscenza della società nuragica. Mont’e Prama è caratterizzata da una necropoli di sepolture individuali a pozzetto ad oggi unica nel suo genere, la cui fase più significativa risale al IX-VIII secolo A.C.

In questa fese la popolazione nuragica del Sinis volle esaltare la propria posizione sociale attraverso la realizzazione di un grande complesso scultoreo conosciuto col nome di “Giganti di Mont’e Prama”. Si tratta di statue a tutto tondo che rappresentano arcieri, pugilatori e guerrieri, accompagnate da altre sculture di betili e di modelli di nuraghe. Il modello di nuraghe è la celebrazione degli antenati che costruirono le grandi torre di pietra, massima espressione d’orgoglio della civiltà nuragica.

Le statue dei “Giganti” sono la più antica testimonianza monumentale con rappresentazioni umane del Mediterraneo occidentale e hanno permesso agli archeologi, e oggi a tutti noi di poter ammirare la figura di un personaggio della Sardegna nuragica di tremila anni fa.

L’AREA ARCHELOGICA DI THARROS. L’ANTICA CITTA’ BACIATA DAL MARE
Situata all’estremità della Penisola del Sinis, all’interno del Golfo di Oristano, sorge l’antica città di Tharros. Fondata dai Cartaginesi nel VI secolo A.C., di lì a poco divenne una delle città più importanti del Mediterraneo. Secoli prima, questo luogo era stato scelto dalle comunità nuragiche per le sue risorse naturali e per la presenza di un approdo sicuro, protetto dai forti venti di Maestrale: un luogo ideale dove intraprendere scambi commerciali e culturali con le altre popolazioni.

Chi visita la città può provare l’emozione di fare un viaggio nel tempo passeggiando tra le rovine del villaggio nuragico di Su Murru Mannu, camminando sulle strade in arenaria e in basalto che attraversano i quartieri della città punica-romana, soffermandosi ad osservare ciò che resta delle case, degli spazi artigianali, degli edifici termali e dei templi.

Tutti questi elementi un tempo componevano il paesaggio di un centro vivo e dinamico, a due passi dal mare e circondato da un panorama mozzafiato. I ricchi corredi rinvenuti nelle sue necropoli l’hanno resa celebre e i suoi gioielli, conosciuti come gli “ori di Tharros”, sono esposti nei più prestigiosi musei del mondo.

GIUSEPPE MAZZOLENI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *