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La Casa Rossa di Cortenova è Villa De Vecchi, adagiata, come una vecchia signora col rossetto rosso sbavato un po’ qua e un po’ la tra le crepe, su un prato bellissimo ai margini del bosco. L’ho sempre vista dalla provinciale, solitaria e abbandonata tra le braccia spinose di rovi e roselle selvatiche. Tornando dal mio paese natìo, quest’oggi mi sono fermata e mi sono avventurata sulla strada sterrata ben segnata che conduce alla dimora misteriosa incrostata di rosso.

Il paesaggio è affascinante tra gli alberi centenari, il profumo dell’erba appena tagliata e i fiori di campo all’ombra dei cespuglietti di nocciolo. La Grigna occhieggia dietro a nuvole e sole. Si sentono, come è scritto in vecchi documenti del Pensa, i magli delle officine di Cortenova come tamburi primitivi con ritmo tribale uguale e rimbombante.

La Villa ha una struttura particolare, mi pare di intravedere sul lato est anche due pinnacoli orientaleggianti. Si racconta che Felice De Vecchi, patriota del Risorgimento, Capo della Guardia Nazionale Italiana, partecipò alle Cinque giornate di Milano con fervore, e volle costruire una Villa eclettica in Cortenova su progetto dell’architetto Alessandro Sidoli di Cremona. I lavori iniziarono nel 1854 e terminarono nel 1858.

De Vecchi era attratto dalla cultura orientale, viaggiò molto nelle terre d’Oriente dove il pensiero profondo vola leggero con le gru, forse arrivò nell’antica Persia, l’attuale Iran la cui origine risale a 100mila anni fa, tuttavia il cavaliere romantico tornava sempre nel suo raffinato rifugio di Cortenova con ninnoli e ricordi…

Nel 1938 la Villa di delizia di Cortenova venne rifiutata dagli eredi di De Vecchi, così l’edificio fu rovinato nel tempo dalle intemperie e violato dai ladri che la depredarono di ogni arredo.

Sono nate leggende attorno a questa Villa, considerata dimora stregata e chiamata anche ‘villa dei fantasmi’. Qualcuno vocifera che la casa sia stata anche la scena di un omicidio…voci però, solo voci.

Personalmente non avverto né disagio né timore ad avvicinarmi alla malinconica Casa rossa, proseguo sulla stradina che si stringe vicino alla Villa ma che prosegue e contorna il decadente edificio. Vado avanti. Scorgo da un anfratto la spalletta azzurro-lapislazzulo di un camino. Arrivo davanti a un’apertura ben delimitata tra le inferriate che circondano la Villa, così mi permetto di entrare in punta di piedi. Oh meraviglia! Vedo volte ricamate coi mattoncini rossi lombardi, il grande camino, l’unico reperto rimasto dell’antico splendore…ma soprattutto ammiro i soffitti di 2 sale che ricordano il barocchetto tirolese rosa e giallino con piccoli stucchi bianchi di foglie e fiori, mi pare anche di intravedere al centro della campata un cielo stellato…

E’ facile immaginare dame riccamente vestite di seta e cavalieri in abiti di raso a sorseggiare tè di spezie nella magnificenza di quegli spazi ormai coperti da detriti e pasticciati da mani volgari sui muri.

Nel 1980, un gruppo di imprenditori valsassinesi ne rilevarono la proprietà. Il Comune di Cortenova nel 2012, in collaborazione col FAI, raccolse 250 firme finalizzate alla ristrutturazione della Villa, ma il presunto costo dei lavori quantificato in circa 6milioni di euro allontanarono il buon intendimento. Inoltre la Provincia di Lecco e la Sovrintendenza ai beni culturali hanno certificato un pericolo idrogeologico sul fianco della montagna appena sopra la Villa.

Quindi ogni proposito di restauro è andato in frantumi.

Ma tutta questa bellezza non può sparire risucchiata dai vortici del passato.

Il fascino di Villa De Vecchi, la Casa rossa del cavaliere romantico, deve poter risplendere ancora negli occhi grandi dei bambini di domani.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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