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La ormai famigerata “lettera” con cui il Presidente USA Donald Trump ha avvertito ieri l’Unione Europea che dal 1 Agosto praticherà una tariffa daziaria del 30% non solo è incredibile, ma rappresenta una vera e propria “Dichiarazione di Guerra”, sia pure commerciale.

Ma per chi lavora veramente Trump ? Oltre a guadagnare personalmente centinaia di milioni di dollari, con le sue dichiarazioni che gettano nel panico le Borse di mezzo mondo, salvo farle poi risalire con le sue controdichiarazioni in cui afferma “abbiamo scherzato !”, quali sono i suoi veri obiettivi, e soprattutto di chi fa gli interessi ?

Non certo dell’America, che nei suoi slogan voleva fare “più grande”, e in realtà la sta “facendo” più debole, isolata e persino detestata.
Ma qui lascio le ipotesi agli appassionati di Spy Stories e di dietrologia (non mi avventuro in questo campo, anche se ce ne sarebbe materia).

La simpatica e preparata corrispondente italiana del Financial Times , Silvia Sciorilli Borrelli, ancora prima di ieri, ha affermato che “la follia si è impadronita della Casa Bianca”. IL New York Times ha addirittura scritto che “un gruppo di gangster si è impadronito della Casa Bianca” ( e secondo me hanno ragione).

Il 30% dei dazi all’Europa ( “E guai a voi se reagirete, altrimenti saranno di più”) si accompagna al 30% affibbiato agli Stati confinanti con gli USA, e cioè Canada e Messico, con cui invece essi avrebbero tutto l’interesse ad avere rapporti di collaborazione, sia per fermare l’ondata migratoria al Sud, sia per i fortissimi rapporti commerciali e industriali che storicamente gli USA hanno sempre avuto con il Canada.

Ma ancora più incredibile, se possibile, sono i dazi addirittura al 35% affibbiati a due Stati che da ormai quasi ottant’anni rappresentano il baluardo americano nell’estremo Oriente asiatico, contro l’espansionismo economico, politico e persino militare russo (ai tempi dell’Unione Sovietica) e Cinese: e cioè il Giappone e la Corea . Per salvare quest’ultima dalla Corea del Nord, oggi sostenuta dalla Russia di Putin, gli USA hanno persino condotto una guerra, negli anni Cinquanta, che ufficialmente non è finita tuttora !

Trump vuole forse consegnare anche questi due Stati, Giappone e Corea del Sud, alla sfera di influenza sempre più vasta e coinvolgente della Cina ? Prego, nulla di meglio !

In questa ottica allora sarebbe da rivalutare anche quella iniziativa italiana che prese il Governo Conte I , insieme al Vice Primo Ministro Luigi Di Maio, di aderire alla “Via della Seta” proposta dalla Cina, in una ottica di collaborazione che forse oggi sarebbe da rivedere (allora forse Conte è stato un grande anticipatore ! ).

Uno dei primi atti del Governo Meloni, che stringe tante mani e partecipa a tante “photo opportunities” ma forse senza capire granché della attuale situazione geopolitica mondiale, fu quella di abrogare la “Via della Seta” , per dimostrare il suo nuovo filo-atlantismo, e far dimenticare i non troppo lontani tempi in cui l’MSI, insieme alla Estrema Sinistra, gridava “Fuori l’Italia dalla NATO” .

Anche questa la presunta amicizia personale della Meloni (“Ma Trump non ha amici” già avvertiva qualcuno in America “ma solo convenienze personali”) non ha portato tanto bene !

Insomma, è ormai abbastanza chiaro che nel XXI secolo inoltrato gli Stati Europei, che dovrebbero approfittare di questa occasione per unirsi molto di più, sia a livello politico che militare (altro che nazionalismi locali che porterebbero solo alla rovina !) si trovano davanti a delle scelte difficili: o diventare ancora più subordinati agli USA , che rappresentano il passato, e di certo con Trump non sono più affidabili, o cercare di aprirsi di più ai nuovi mercati, cioè la Cina, ormai la “fabbrica del mondo” e i BRICS .

“Tertium non datur” : dalle prossime scelte europee dipenderà gran parte del nostro futuro.

ENRICO BARONCELLI

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