Nel giardino botanico dell’Università di Varsavia è fiorito durante la scorsa notte l’Amorphophallus titanum, chiamato fiore cadavere per l’odore di carne putrefatta che emana. Questo gigantesco fiore, originario di Sumatra, sboccia solo 1 volta dopo un certo numero di anni e profuma di materia organica in decomposizione. Il fiore della morte, nato da poche ore, è alto 180 cm e largo 122 cm, pesa 40 kg.
Sembra un presagio, e non buono, anche se centinaia di visitatori lo hanno fotografato allegramente perché è pur sempre un fenomeno raro e bellissimo che la natura, affascinante e bizzarra ci permette di ammirare.
Il libro appena pubblicato invece, che parla della vendita di morte per profitto, dovrebbe suscitare l’attenzione di tutti: Yearbook 2025, del SIPRI Stockholm International Peace Reasearch Institute che monitora la produzione e l’esportazione di armi. Ebbene, l’Italia si posiziona al 6° posto dietro a: USA, Francia, Russia, Cina, Germania arrivando a coprire il 4,8% delle esportazioni mondiali di armi. Secondo i dati SIPRI dal 2015 al 2019 questo valore era del 2%, in 4 anni le esportazioni belliche italiane hanno raggiunto il 138%.
Poi ci sono da aggiungere gli ordini di armi non ancora consegnati o attesi: ad esempio la visita del Presidente di Consiglio Meloni in Arabia Saudita in gennaio 2025 ha previsto la firma di memorandum tra Riad e Leonardo e Fincantieri nei settori aerospaziale e cantieristico-navale. Leonardo vanta il 27,67% delle esportazioni belliche italiane e Fincantieri il 22,62%, insieme costituiscono la metà delle armi italiane esportate.
Nell’anno 2024 l’Italia ha esportato armi per 4,5miliardi di euro in 90 Paesi autorizzati a importare armi italiane: il 33% degli armamenti esportati sono andati in Medio Oriente, il 31% verso i Paesi dell’UE o dell’Alleanza atlantica, 15% in Asia, l’8,5% in Paesi geograficamente europei ma non facenti parte dell’UE o della NATO.
L’attuale Ministro della Difesa italiano ha chiesto e ottenuto dalle Commissioni Difesa del Parlamento il mandato per implementare gli investimenti militari del valore di 42miliardi di euro e impegni finanziari pluriennali per 15miliardi di euro, con l’intento di acquisire nuovi sistemi d’arma e nuove tecnologie per condurre operazioni belliche secondo gli standard di interoperabilità NATO, da effettuarsi tra il 2025 e il 2027: 3,5miliardi graveranno sul bilancio 2025, gli altri negli anni a venire.
A maggio 2025 l’Italia ha aderito al SAFE il regolamento dell’UE per rafforzare la base industriale di difesa, coordinare gli acquisti e la produzione comune. Anche l’Italia vi ha aderito, chiedendo e ottenendo 14miliardi dall’UE da impiegare nei prossimi 5 anni e da restituire in 45 anni.
Sicuramente non è colpa dell’Italia e dell’UE delle guerre in corso a Gaza e in Ucraina, e stante la fragilità di difesa comune, tutti i Paesi dell’UE si sono uniti per paura di essere aggrediti, ma non è questo il punto. Il punto sta nel produrre ed esportare armi per aumentare il PIL, cioè per guadagnare, per far credere che l’economia va benone vendendo bombe e carri armati.
Si legge nel libro: più l’Europa spende in armi più deve dipendere dall’industria americana, con grande sorriso sotto i baffi, ops ciuffi, di Trump.
Ecco perché guerre e distruzione non finiranno mai…e tanti saranno i fiori della morte che nasceranno tra le macerie.
MARIA FRANCESCA MAGNI