Condividi l'Articolo sui Social

Vogliamo ricordare una lettera che sorprenderà la Lecco opulenta dei nostri giorni.

E’ anche un modo per ricordare e ribadire che esiste ancora la poverta’ nel mondo, creata dai paesi ricchi.

Esistono ancora guerre coloniali  dove  si utilizza la fame come arma di ricatto, in palese violazione del diritto internazionale.

L’esempio per chi ha le orecchie per sentire e gli occhi per vedere e’ Gaza, dove 2 milioni di persone sono private dei beni essenziali per vivere, e muoiono giornalmente di fame, o vengono uccisi ai centri di distribuzione del cibo, oramai definiti trappole della morte.

Vediamo questa lettera spedita nel 1698; una supplica “Dalli poveri del territorio di Lecco” al feudatario Airoldi per la qualità del pane venale.

Si trattava del pane a pagamento, era il fornaio a venderlo ma i prezzi erano regolati in questo caso dal feudatario proprietario del forno che dava in gestione.

Il problema era il costo troppo alto della biada “che non permette di fare il prezzo del pane venale al prezzo che si dovrebbe fare perche’ e’ tanto misero di peso”.

Si chiede al Podestà di Lecco “che facci ogni diligenza per beneficio pubblico.

Si supplica per amor di Dio che voglia degnarsi di stare con i poveri bisognosi di questo paese, ed ordinare che si ripari questo inconveniente”

Questa lettera ha raggiunto il suo scopo; Il 30 maggio dello stesso anno,  un subordinato del feudatario rendeva noto che incaricava il Podesta’ di Lecco, “di nominare un esperto della materia” che avrebbe provveduto a risolvere il problema a beneficio dei poveri del territorio.

Ascoltare le persone povere e piu’ disagiate per i governanti  di tutto il mondo e’ un dovere assoluto e etico, come proteggere l’umanita’ indifesa.

Le immagini terribili che ci giungono da Gaza, ci fanno pensare che nei secoli passati esisteva una “etica umana”, oggigiorno esiste solo una “volonta’ di potenza”, utilizzata per eliminare i popoli piu’ deboli.

Allegate seguenti immagini fotografiche:

Veduta del ponte di Lecco. Acquaforte (cm.21 x 34). Incisione di Giulio Cesare Bianchi, attivo a Milano nel periodo 1753-80.

Anno 1760-71

Lettere manoscritta scritta sulle prime 2 pagine e sull’ultima pagina.

Bifolio (cm. 30 x 21), anno 1698. Piega nel mezzo, discreto stato di conservazione.

Giancarlo Valera

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *