La creazione della CECA, Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, fu proposta dal Ministro degli Esteri francese Robert Schuman con una dichiarazione il 9 maggio 1950 che delineava la cooperazione e l’integrazione del fabbisogno del carbone e dell’acciaio delle industrie europee.
Il 18 aprile 1951 venne istituito l’Ente che divenne operativo nel 1952. Nel 1957 coi Trattati di Roma vennero istituite: la CEE, Comunità Economica Europea, e l’EURATOM, Comunità Europea dell’Energia Atomica, questi organi cominciarono a funzionare il primo gennaio 1958. Da qui iniziò un’era di cooperazione efficace e duratura tra gli Stati Europei per mantenere la pace e per risolvere il problema energetico soprattutto nei Paesi poveri di materie prime, come l’Italia.
Tuttavia l’Italia ha sempre avuto un ruolo importantissimo per la costruzione del continente Europa, unendo e non dividendo le alleanze europee utili per la propria stabilità economica, lo sviluppo, il progresso e il benessere degli italiani.
Alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa era devastata a livello umano, economico e sociale. Fu così che nel 1949 fu istituita la NATO per dire basta alla guerra con un’alleanza intergovernativa atta a garantire la sicurezza tra gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa. Nello stesso anno in Europa venne istituito il Consiglio d’Europa con lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto.
Sulla base del piano Schuman 6 Paesi firmarono il Trattato per riunire le rispettive industrie del carbone e dell’acciaio sottoponendosi a una gestione comune: Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo. Il 19 marzo 1958 nacque l’Assemblea Comune della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio, sostituita il 30 marzo 1962 dal Parlamento Europeo con sede a Strasburgo semplicemente perché la prima riunione dell’antica Assemblea Comune si tenne proprio in questa località francese presieduta da Schuman.
“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.
Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche…l’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto…La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione Europea…contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l’organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l’espansione della produzione…Un rappresentante delle Nazioni Unite sarà incaricato di preparare 2 volte l’anno una relazione pubblica per l’ONU, nella quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici…” Robert Schuman.
Diversi furono i leader politici che credettero nel sogno dell’Unione Europea, per citarne alcuni: Konrad Adenauer, Winston Churchill, Sicco Mansholt, Paul Henri Spaak, Joseph Bech, Jean Monnet, Jhoan Willem Beyen, Walter Hallstein, Robert Schuman, il conte Coudenhove Kalergi, Madame Germaine Peyroles, e gli italiani: Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli. Persone molto diverse ma che condivisero gli stessi ideali: un’Europa in pace, unita e prospera, senza la loro energia e la loro dedizione oggi non potremmo contare su piani economici unificati con l’obiettivo della ripartizione equa delle risorse, di piani industriali forti e competitivi col resto del mondo, la stabilità geopolitica, la tutela dei diritti dei cittadini.
“…voglio parlare di quella morale unitaria che esalta la figura e la responsabilità della persona umana col suo fermento di fraternità evangelica, col suo culto del diritto ereditato dagli antichi, col suo culto della bellezza affinatosi attraverso i secoli, con la sua volontà di verità e di giustizia acuita da un’esperienza millenaria. E’ vero che queste forze spirituali rimarrebbero inerti negli archivi e nei musei se l’idea cessasse di incarnarsi nella realtà viva di una libera democrazia che, ricorrendo alla ragione e all’esperienza, si dedichi alla ricerca della giustizia sociale; è vero anche che la macchina democratica e l’organizzazione spirituale e culturale girerebbero a vuoto se la struttura politica non aprisse le sue porte ai rappresentanti degli interessi generali e in primo luogo a quelli del lavoro…Anche nella dolorosa esperienza dei secoli e nel parossismo di tutte le crisi, sentite che siete proprio voi ad essere destinati a creare le nuove forme di una vita in comune più libera e più giusta” Alcide De Gasperi, Discorso ‘La nostra Patria Europa’ alla Conferenza Interparlamentare Europea di Parigi il 21 aprile 1954, in Archivi Storici dell’Unione Europea.
E come poetava Victor Hugo, citato da De Gasperi:
Un giorno, presto,
domani, tutto cambierà forma.
E nell’immensità,
come un fiore enorme,
sboccerà l’universo.
MARIA FRANCESCA MAGNI