Il 9 maggio celebreremo la festa dell’Europa e, oggi come non mai, sentiamo il bisogno e il dovere di riaffermare la volontà di costruire un’Europa unita, solidale, forte, l’Europa sognata dalle madri e dai padri fondatori e che ha visto in questi decenni l’impegno e la passione di persone importanti e di ispirazione come il nostro David Sassoli.
Insieme alle celebrazioni della Festa dell’Europa sentiamo l’urgenza di affermare la necessità di un cambiamento di prospettiva, condividendo un appello che non possiamo e non vogliamo ignorare.
Il Conclave che si è appena aperto per eleggere il successore di Papa Francesco ha già raccolto l’invito all’impegno per la Pace nel mondo che è stata una delle cifre di un Pontificato che ha segnato profondamente le coscienze di noi tutti, laici e credenti.
L’escalation di violenza nei confronti della popolazione civile a cui stiamo assistendo a Gaza non può e non deve lasciare indifferenti le nostre coscienze: si contano oltre 40.000 morti, migliaia di feriti, la devastazione, il dolore, la disperazione.
Non siamo stati indifferenti il 7 ottobre dopo l’attacco terroristico di Hamas e la nostra ferma condanna nei confronti di chi ha violentato, torturato, ucciso civili israeliani inermi, uomini, donne, bambini che sono stati oggetto di violenze efferate e senza senso.
Con la stessa determinazione non possiamo non condannare quanto sta accadendo oggi a Gaza, non possiamo rimanere in silenzio: come non bastassero i bombardamenti sulle persone, le scuole, gli ospedali, le strade, le case e i campi profughi abbiamo visto seguire azioni criminali e violente su un popolo allo stremo: la sospensione della tregua e dal 2 di marzo il divieto di ingresso di aiuti umanitari. Si negano alla popolazione perfino il cibo, l’acqua, i farmaci e l’energia elettrica.
Lo scorso 2 maggio una nave della Freedom Flotilla Coalition è stata colpita in acque internazionali da un drone armato, mentre si recava a Gaza per consegnare aiuti umanitari. Il 5 maggio il Premier Netanyahu ha annunciato di voler occupare a tempo indeterminato l’intera striscia di Gaza, deportando – testuali parole – la popolazione superstite verso sud Gaza: in una porzione di territorio grande come un quarto della città di Milano, Netanyahu pensa di concentrare 2 milioni di persone.
Sempre che siano ancora in vita.
Ancora è del 5 maggio la dichiarazione del ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich: ha affermato che entro pochi mesi Gaza sarà completamente distrutta, i suoi cittadini saranno concentrati a sud dell’asse Morag e da lì partiranno in gran numero verso Paesi terzi.
Allo stesso modo, non cessa l’occupazione illegale degli insediamenti in Cisgiordania, con il supporto attivo di buona parte dell’esecutivo del governo israeliano in carica.
Riteniamo tutto ciò sia disumano e inaccettabile: il Partito Democratico ha presentato una mozione firmata anche da M5S e AVS, il nostro responsabile esteri ha chiesto in aula alla Camera che il governo prenda posizione contro ciò che sta avvenendo.
Come ha detto l’on. Provenzano ci mobilitiamo per rompere il silenzio su Gaza, al fianco della popolazione palestinese e anche di chi in Israele prova repulsione per il governo Netanyahu, come ha affermato la Senatrice Liliana Segre.
A tutti i circoli del Partito Democratico della Lombardia chiediamo di partecipare alla proposta lanciata da @gazalastday di una mobilitazione social.
Sui profili Instagram, Facebook, Threads, X (Twitter) parliamo di Gaza con immagini, pensieri, letture rivolte alla popolazione palestinese Facciamolo con le nostre parole, usando gli hashtag #ultimogiornodigaza e #gazalastday.
Silvia Roggiani
Segretaria regionale PD lombardo