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…Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto avere sempre bellissimi vestiti nuovi…Nella grande città in cui abitava arrivarono 2 impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare. I vestiti che si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili agli uomini che non erano all’altezza della loro carica e a quelli molto stupidi.

Pensò l’imperatore: “con questi vestiti potrei scoprire chi nel mio regno non è all’altezza dell’incarico che ha, e riconoscere gli stupidi dagli intelligenti”, così diede ai 2 truffatori molti soldi. Gli impostori montarono 2 telai e fecero finta di lavorare, senza aver nulla sul telaio, privi di scrupoli chiesero la seta più bella e l’oro più prezioso, ne riempirono le borse e le nascosero, poi lavorarono con i telai vuoti fino a notte tarda. Con il passa parola tutti in città seppero che straordinario potere avesse quella stoffa e tutti erano ansiosi di scoprire quanto indegno, stolto o incompetente fosse il loro vicino. L’imperatore mandò dai tessitori il suo fidato ministro a controllare il lavoro del formidabile tessuto, ma il cortigiano, sconcertato, non riuscì a vederlo. Per non essere giudicato male, il ministro tornò dall’imperatore lodando la magnifica stoffa dei falsi tessitori.

Allora l’imperatore si fece immediatamente preparare un abito. Quando i 2 sarti disonesti consegnarono il vestito nuovo all’imperatore, questi si rese conto di non essere neppure lui in grado di vederlo, cosicchè attribuendo l’incapacità di vedere il vestito a una sua indegnità che egli certo conosceva, perchè tutti ne abbiamo di velate e di palesi, anch’egli decise di fingere e di mostrarsi contento di indossare il nuovo vestito. L’imperatore sfilò mostrandosi al popolo: i cittadini applaudirono e lodarono l’eleganza del sovrano pur non vedendo niente addosso all’imperatore, sentendosi segretamente indegni. L’incantesimo finì quando si levò la voce di un bambino: “Ma il Re è nudo, non ha niente addosso!”. Nonostante la sburgiardata ad opera di un innocente, l’imperatore continuò imperterrito la sua farsa per le vie della città, come se nulla fosse successo, senza neanche la coscienza di guardarsi. Fiaba danese pubblicata nel 1837 da Hans Christian Andersen.

Ultimamente il 44° Presidente americano Barack Obama ha parlato del pericolo dell’instaurarsi dell’autocrazia, soprattutto in periodi dove i popoli si comportano come le 3 scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.
L’autocrazia è una forma di amministrazione dello Stato in cui un soggetto, l’autocrate, ritiene di detenere un potere incontrastabile, qualunque altro funzionario è privato di indipendenza giuridica. L’autocrate vuole la supremazia su tutti i poteri dello Stato, attraverso l’egemonia politica propinata dalle istituzioni e contrastando chi solleva dubbi o si oppone come intellettuali, magistratura, imprese, scuola di ogni ordine e grado, esalta l’altare del potere decisionale, il suo.

Nell’autocrazia siamo tutti ciechi, o facciamo finta di esserlo. Il Re che ci saluta dal carro è contento del suo nuovo vestito invisibile e noi siamo felici di applaudirlo e di compiacerlo.
Ciò che conta è non far saltare il coperchio.
Nelle dittature il potere è esercitato da 1 individuo o da 1 piccolo gruppo, spesso senza il consenso della gente e senza i limiti imposti dalla Costituzione, i metodi usati dalle dittature per mantenere il potere sono il controllo e la repressione.

Nell’autocrazia il potere decisionale è concentrato in una persona, solitamente il leader popolare che, in nome della volontà popolare, non accetta limiti e bilanciamenti di potere, contrasta con forza qualsiasi idea diversa dal proprio orientamento politico.
La dittatura è una modalità corale di mantenimento del potere da parte dei poteri occulti il cui leader rappresenta la punta dell’iceberg, l’autocrazia è la concentrazione del potere nelle mani di una sola persona che disprezza la legge contrastante il suo charme ed esalta la legge che motu proprio, senza rispondere ai ma e ai perché, decide sia giusta.
La linea di separazione tuttavia è debole, molto debole.

Papa Leone XIV in questi giorni ha citato Papa Francesco: “il mondo è a pezzi” e poi, durante il Giubileo dei Governanti e Amministratori, davanti alle delegazioni di 68 Paesi del mondo, rivolto ai politici: “combattete povertà e disuguaglianze. Compito, a voi affidato, di promuovere e tutelare, al di là di qualsiasi interesse particolare, il bene della comunità, specialmente in difesa dei più deboli ed emarginati. Si tratta di adoperarsi affinché sia superata l’inaccettabile sproporzione tra una ricchezza posseduta da pochi e una povertà estesa oltre misura. Una buona azione politica, invece, favorendo l’equa distribuzione delle risorse, può offrire un efficace servizio all’armonia e alla pace…”.

Invece i leader nel mondo inneggiano alla guerra, pochi si dissociano. Oggi, sui giornali. un ministro della difesa ha dichiarato: “straordinario successo l’assassinio di…”.
Fame, povertà, ingiustizia, lesione dei diritti primari…bambini che muoiono nell’indifferenza e del ‘forse è inevitabile cosi’. l’Unicef stima che sono morti e feriti ca 50mila bambini nelle zone di guerra. E i Capi delle comunità cosa propongono? Di fermare le guerre a parole e con le mani dietro la schiena sostenere i conflitti? E’ molto strano che il mondo intero, indignato dalla guerra e dai suoi crimini, non riesca a fermarla. Forse non vuole fermarla?

E poi ci sono le guerre quotidiane: come si fa a gettare da un furgone un bracciante straniero, utile e invisibile, davanti alla porta di casa della sua famiglia come se fosse un sacco di spazzatura? O sparare sulla folla affamata in cerca della carità di un tozzo di pane? O sentire leader, che si descrivono pii religiosi, dire: uccidiamoli tutti, devono andare via, è tutto nostro, è scritto nella Bibbia?
Chi sono gli eletti che guidano il mondo di oggi? Dalle fosche nebbie laggiù, sulla linea che separa il cielo e dalla terra, si vedono tanti imperatori nudi arrivare al galoppo.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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