La fauna delle montagne del Lario.
Le montagne del Lario oltre ad essere sollievo e incanto per gli escursionisti, sono dimora fissa o temporanea di una fauna selvatica da proteggere e custodire.
Il tempo ha determinato variazioni dovute a fattori imputabili solo all’uomo, che ha distrutto parte delle foreste, ha cementificato le valli alpine, ha sterminato con la caccia intensiva alcune specie rare.
Giambattista Giovio in Como e il Lario commentario di Pollante Lariano 1795, dedica un capitolo a pesci, animali e uccelli delle montagne del Lario.
“Le volpi e i lupi sono infrequenti nelle montagne del Lario, non cosi’ rare le lepri bianche. Gli orsi non si veggono quasi piu’ nella valle Intelvi, dacche’ tanto si fece disertamento di boschi, ma presso i Cavargnoni in Val Menagio, se ne uccidono sovente, e si aggirano anche verso il Legnone e in Valsassina.
La marmotta fu presa dal canonico Giulio Cesare Gattoni in sul Legnone. E’ mirabile l’architettura delle lor tane, mirabile il sonno di piu’ mesi, che tragggon sepolte nel fieno.
Nelle praterie presso Cernobio, e nelle paludi di Colico si prendono le lontre.
Sul Legnone e nella rupe presso Novate, alloggiano quegli animali chiamati Rupicapre o stambecco.
Tra.gli uccelli: la Poiana , il Gheppio, l’Aquila il Gallo di Montagna, il Francolino e la Coturnice. Molti ne mandano a noi i monti della Valtellina”.
Una roccaforte dell’Orso bruno fino almeno all’ultimo decennio dell’ottocento, e ‘stata l’area alpina che dal Legnone scende attraverso monti e valli arrivando fino a Introbio. Le testimonianze di avvistamenti e purtroppo di uccisioni di orsi, sono frequenti sulle cronache di giornali e libri dell’epoca.
Una di queste ce la ricorda il prof. Emilio Cornalia nel primo volume di Fauna d’Italia, catalogo descrittivo dei mammiferi, edito nel 1872: ” Nel 1866 nei monti che avvicinano il Lago di Como nella Valle Sassina, se ne videro due giovani che discesero non lungi da Tartavalle, ed uno nel 1867 fu preso sulle alte falde della Grigna e portato dopo vari giorni al Museo di Milano”
Giuseppe Medici nel “Saggio della storia naturale del Monte Legnone e del piano di Colico” (1836), riporta notizie su quadrupedi e uccelli
“Il lupo vi fu osservato piuttosto di passaggio, che stazionario, e nella pianura di Colico, fu visto piu’ volte assalire audace le pecore. Il camoscio vi e’ piuttosto frequente, benche’ i cacciatori si lamentino della diminuzione della specie.
Nelle.parti piu’ alte fiu colto il Lepre bianco, il Tasso, la Marmotta, la Faina, la Martora.la Donnola, lo Scoiattolo.
Tra gli uccelli fu osservato l’Avvoltojo comune e l’Avvoltojo degli agnelli, vi sono stazionari, né molto rari l’ Aquila, il Gallo di Monte, il Francolino e il Falco”.
Nella seconda edizione delle “Notizie storiche della Valsassina” edita nel 1899 tra le aggiunte per cura del Sacerdote Don Luigi Arrigoni figura un Catalogo degli uccelli della Valsassina dove vengono riportate 101 specie osservate, con nome dialettale, italiano e (non sempre) latino.
Riportiamo alcune delle piu” interessanti per rarita’.
Aigola, Aquila, aquila reale, (Falco Fulvus).
Coalunga, Cinzia codona (parus caudatus)
Cubianch, Culbianco.
Francolin, francolino di monte.
Gagetta, averla capirossa ( lanius excubitor).
Gall del montagna, fagiano di monte.
Legorin de montagna, venturone, (fringilla citrinella).
Morett del la nev, pett’azzurro (Silvia svecica).
Pernice, coturna, coturnice, (perdix graeca)
Picasc, picchio rosso maggiore (picus maior).
Rampeghin in alp, picchio muraiuolo.
Roncas, roncasc, pernice bianca o della neve.
Spajarda, zigolo giallo, (emberizza citrinella).
Strangossola, averla piccola (lanius colluvio).
Zif-Dordin, tordo sassello (sylvia iliaca).
I disegni di animali e uccelli, pure estemporanei o di fantasia, che si trovano su antichi libri, o eseguiti da artisti contemporanei, sono una testimonianza da custodire.
J.J. Scheuchzero, nella seconda edizione della sua Itinera Alpina, nel tomo terzo stampato nel 1723, inserisce 11 tavole che ritraggono figure di draghi alpini, in due di queste, i draghi vengono a contatto con l’uomo recando spavento.
I racconti piuttosto fantasiosi di vecchi alpigiani, sono riusciti a convincere l’autore che ha cosi’ ideato varie figure di draghi, che possiamo ammirare in questo raro incunabolo della montagna.
Nel libro Li Salmi di David in metro toscano, edizione seconda, stampata in Vicosoprano nel 1790 a beneficio delle comunita’ protestanti dei grigionitaliani, nell’esemplare esaminato, nei contropiatti e nelle carte di guardia, sono stati dipinti manualmente soggetti botanici e specie di uccelli da un anonimo artista.
Diciotto poesie di Carlo Invernizzi ” Secretizie Falchi ” nove acqueforti di Rudi Wach, Milano edizione duemilaundici.
Il volume e’ stato stampato nell’officina d’arte grafica Lucini a Milano in settantasei esemplari.
Il nostro esemplare con le acqueforti a due colori, manualmente colorate, nel margine in basso a matita l’autore ha scritto titolo e anno di realizzo.
(Scricciluce)
Negli anfratti dello scuro
che s’infugano in cunicoli
occhieggiano scricciluce
che svincolato in annichilito.
Ma l’usignolo spiritato
sempre si ritrae
In acquatto nell’infolto
gorgheggia imprendibile.
Morterone 11 dicembre 1994
In allegato immagini fotografiche della prima pagina del Catalogo degli uccelli della Valsassina (1899); drago alpino, fig. II, inserita in Itinera Alpina (1723); carta di guardia con disegni botanici e di uccelli in Li Salmi di David..(1790);
-Falco, acqueforte di Rudi Wach, con titolo – Vorrei crescere – 2010.
La voglio dedicare questa splendida acqueforte a tutte quelle bambine e bambini di Gaza, che a causa di “mani criminali” non gli e’ stato permesso di crescere.
Giancarlo Valera


