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Il mercato delle armi, nel mondo rimane un mercato solido che non conosce crisi alcuna.
I massimi produttori di armi, o componenti per esse, sono I paesi occidentali, che sono poi quelli che creano e sostengono le guerre.
Prendiamo in esame i due conflitti principali: Russia-Ucraina, e Palestina.
In Ucraina e’ arrivata la piu’ importante fornitura di armi del ventunesimo secolo dai paesi occidentali.
A Israele e’ arrivata la piu’ importante fornitura di armi sofisticate del ventunesimo secolo, dai paesi occidentali.
Israele ha sganciato su un piccolo lembo di terra quale e’ Gaza (circa 10kmx40km) oltre 100.000 tonnellate di bombe, superiore a quelle cadute in tutto il periodo del conflitto della seconda guerra mondiale.

Dopo Stati Uniti e Germania, l‘Italia e’ la terza fornitrice di armi a Israele, quindi complice anch’essa della morte di almeno 20.000 bambine/i, e di almeno 17.000 donne, per un totale, ad ora, di 52.500 morti e 11.000 dispersi, e di oltre 120.000 feriti.

L’ obiettivo dichiarato dello stato sionista e’ la distruzione totale di Gaza, e l’espulsione di “quel che rimane” del popolo palestinese dalla propria terra; così si esprimeva il professore di sociologia israeliano Baruch Kimmerling: “Israele aveva adottato come unico obiettivo della propria politica interna ed estera il politicidio del popolo palestinese. Col termine “politicidio” intendo un processo che abbia, come fine ultimo, la dissoluzione del popolo palestinese in quanto legittima entita’ sul piano sociale, politico, economico.”
Bezalel Smotrich ha di recente detto alla Knesset rivolto ai membri arabi dell’assemblea:”Voi siete qui solo per errore, perche’ David Ben-Gurion non completò l’opera, non vi cacciò nel 1948″.
Una ammissione di “pulizia etnica”.

Nel libro di Anthony Loewenstein giornalista investigativo, ebreo australiano, intitolato: Laboratorio Palestina -Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo -, Fazi Editore, 2024-, la prefazione e’ stata scritta da Moni Ovadia, e voglio riportare per l’importanza dei concetti espressi, una piccola parte.
“Ho sempre sentito una naturale solidarieta’ per il popolo palestinese, ma solo negli ultimi quattro decenni ho preso coscienza di cio che è ed è sempre stato il sionismo: un progetto colonialista di impianto etnonazionalista, che ha sempre mirato a cancellare l’identità palestinese.
…I governi sionisti scelgono la cultura delle armi per distruggere, delle piu’ sofisticate tecnologie militari e di spionaggio sperimentate nel laboratorio Palestina per dominare, opprimente e terrorizzare IL POPOLO PIU’ SOLO AL MONDO, e sterminare migliaia di donne e bambini, i piu’ fragili, QUELL’ UMANITA’ INDIFESA che i profeti di Israele incitano a proteggere, combattendo al loro fianco”.

Questo e’ un libro che aspettavamo, ‘ fondamentale e irrinunciabile per capire come Israele sviluppa tecnologia militare di vario tipo, in special modo legata ai dispositivi di sorveglianza-, la sperimenta nel laboratorio Palestina, poi la esporta col marchio “testato in batraglia” ai peggiori regimi dittatoriali nel mondo, ma non solo!

Coloro che dalla “sinistra politica” difendono Israele, leggendo questo libro, rimarranno sorpresi nel sapere “il sostegno di Israele ad alcuni dei regimi più spietati, sanguinari e fascisti degli ultimi settant’anni, tra cui il Sudafrica dell’Apartheid, il Cile di Pinochet, l’Argentina della dittatura militare, la Romania di Ceausescu, l’Indonesia di Suharto, il Ruanda prima e dopo il genocidio del 1994, e ancora Myanmar, Sud Sudan, Sudan, Congo, Azerbaigijan, Marocco, e ovunque se ne presenti l’occasione di vendere armi per uccidere.”

Dove c’è guerra di conquista, dove ci sono minoranze dai eliminare, multiculturalismo da eliminare, valori liberali da eliminare,
Israele dà il proprio sostegno; Il teorico conservatore israeliano Yoram Hazony chiarisce bene questo aspetto: “Poiche’ l’America e’ una nazione cristiana con una maggioranza cristiana, sta ai cristiani stabilire le leggi e le regole morali del paese. Le minoranze possono avere dei “scampoli’, ma la maggioranza deve essere dominante’.

Nel Mediterraneo, l’impiego di droni israeliani ha provocato la perdita di molte vite umane, :”questo tipo di esportazione ricorda Ilan Pappe’ e’ oggi il contributo piu’ significativo di Israele alla violazione globale dei diritti umani”; ma c’è “una estrema destra europea che ammira e sostiene la politica israeliana nei confronti della Palestina, ne appoggia l’etnonazionalismo e le posizioni intransigenti verso migranti e l’islam”.

Quindi, chi nel mondo lavora per le aziende che producono morte, e’ consapevole che lavora per togliere vite umane, e pertanto anche “l’ultimo operaio” non puo’ ‘vivere felice”.

Ora attraverso Pino Pascali (1935-1968), artista del movimento arte povera, costruttore di armi da guerra per finta, vogliamo sperare che il “nuovo mondo” anti-imperialista, anti-colonialista e anti-sionista per vocazione, disperda i veri produttori di morte.

Lanciamissili “uncle Tom and uncle Sam”
1965
Legno e residuati meccanici
Cm.360x240x100

Il titolo contiene un esplicito riferimento al romanzo di Harriet Beecher Stowe La capanna dello zio Tom, dal quale fu ricavato l’omonimo dramma teatrale che segno’ la cultura statunitense della seconda meta’ dell’ottocento, additatando all’opinione pubblica temi quali la schiavitu’ e la guerra di secessione. Ma provocatoriamente Pascali accosta nel titolo un simbolo di pace è un simbolo di guerra. La tradizione vuole infatti, che le origini dello zio Sam si riconducono ai soldati in servizio a New York che ricevevano barili contenenti carne marchiate con le iniziali US (United States). Zio Sam il fornitore di carne delle truppe divenne personaggio letterario nel 1816 per mano di Frederick Augustus Fidfaddy, autore delle avventure dello zio Sam contro il cui militarismo l’artista prende posizione, ma con la sua solita verve ironica e giocosa. Ancora una volta il significato del “lanciamissili” e’ rovesciato: non strumento d’offesa, ma arma-giocattolo intitolata ai mitici personaggi di una nazione conosciuta attraverso la dimensione dello spettacolo e della fiction.

Joseph Beuys (1921-1986), artista visionario, e pioniere delle lotte per il clima e per una societa’ egualitaria, col manifesto iconico La rivoluzione siamo Noi, ha voluto evidenziare che dipende dagli individui come vogliono essere nella societa’; sostenotori dell’apartheid che provoca genocidi, o difensori dei diritti umani che condividono le parole di Berthold Brecht: “quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”.

George Maciunas (1931-1978), uno dei fondatori del movimento artistico Fluxus, col manifesto sui genocidi voleva aprire gli occhi al mondo occidentale, che pero’ non ha voluto capire il messaggio, anzi ha riprodotto con enfasi i peggiori crimini, sbeffeggiando il retorico “mai piu'”.

Haidar al-!Ghazali (2004), poeta di Gaza.

La bambina il cui padre e’ stato ucciso
mentre portava un sacco di farina
sulla schiena
continuera’ a gustare
il sangue di suo padre
in ogni pane.

Allegate seguenti immagini fotografiche:

Pino Pascali posa sul grande missile: Colomba della Pace.
1965, Legno e residui meccanici
cm. 500 x 100 x 100
Toyota, Toyota Municipal Museum of Art

Joseph Beuys, La rivoluzione siamo Noi, 1972. Manifesto 191×100 cm.
180+18 firmati e numerati. Editore Modern Art Agency, Napoli, Edizione Tangente, Heisenberg.

George Maciunas – “U.S.A. surpasses all the genocide record!”, 1966
Poster, 80 x 110 cm.
Gli Stati Uniti d’America , ‘democrazia illiberale”, nati sullo sterminio dei nativi – gli indiani d’america – , gia’ nel 1966, avevano sorpassato in quanto a genocidio, tutti i regimi colonialisti e dittatoriali stabilendo il record.
Dal 1966 ai nostri giorni, quanti altri genocidi sono stati commessi direttamente o finanziati dagli U.S.A.?
(Il piu’ bestiale e inumano di tutti e’ quello che si sta perpetrando ora a Gaza, col mondo cosiddetto “civile” che sta a guardare, e forse ride!)
Fluxus Codex, Jon Hendricks with an introduzione by Robert Pincus-Witten.
The Gilbert and Lila Silverman Fluxus Collection.
In associate with Harry N. Abrams, Inc., Publishers.
Second printing 1995.
Library of Congress Cataloging-in Publication Data.

Sama Berqeni, 16 anni di Gaza. Uccisa il 5 dicembre 2023 da soldati israeliani, mentre con la sua famiglia cercava di allontanarsi dalla sua casa in fiamme, – TENENDO IN MANO UNA BANDIERA BIANCA -.
Disegno di Valeria Fogato
Instagram.theapustudio.

Giancarlo Valera

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