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Le bambine e i bambini di Gaza, resilienti e resistenti, questa magnifica umanita’ che resiste sotto le bombe, resiste contro la fame, privata dei beni fondamentali necessari per vivere, invia un messaggio chiaro -al mondo che guarda e tace-: tutti voi sarete giudicati dalla storia e condannati da Dio.

Oltre cinquantamila le bambine e i bambini morti o feriti a Gaza in questo “genocidio anomalo”, il cui obbiettivo e’ una spietata “pulizia etnica di bimbi e ragazzi”, col proposito di eliminare tutta la popolazione piu’ giovane che rappresenta il futuro di un popolo.

Quanto scrive Abdalmuti Maqboul, nel libro -Palestine +100 stories from a century after the Nakba-, mette in luce l’orrore che da 77 anni subisce il popolo palestinese.

“..Un’ anima che si fonde nell’altra. Occhi che si aprono all’ora stabilita. Tenebre fitte. Dita che si allungano e si contraggono nel nulla. Teste che si levano da un lungo sonno di morte, troppo incastrate in altri corpi per alzarsi. Arti che si aggrovigliano, carne che bacia la carne. Narici che annusato odori fetidi.

Poi, attraverso labbra che si schiudono, un grido ovattato: -dove sono?- Altre persone possono solo gemere, schiacciate dal peso: -siamo vivi!-. Lo shock e’ interrotto da un nuovo fracasso: colpi battuti sopra le loro teste. Piccole vanghe. Raggi di luce si infiltrato nel buio e sfiorano i corpi accatastati. Lentamente la terra è ‘ smossa, l’aria dolce, tonificante, riempie il luogo, come in un paradiso.
Le teste, finalmente libere, si sollevano. Dal punto in cui si trovano al livello del terreno, possono vedere la luna. Lunghe ombre cupe si incrociano, si fondono, lungo i bordi della fossa rettangolare. -Uno, due, tre, dieci, venti…-. Il conteggio si ferma. Le ombre scure si muovono controluce, puntano i fucili su di loro, prendendo la mira. Uno spettacolo terribile, mai visto prima…”

Ma la Palestina -c’e’ sempre stata e sempre ci sara-‘, una bellissima terra, un bellissimo popolo, e siamo in tanti, tantissimi, ad avere la Palestina nel cuore.

C’e’ chi parte per la Palestina, destinazione Gaza, come la Freedom Flotilla, per “sfidare l’assedio di Gaza” come ha ripetuto Rima Hassan, e portare aiuti alla popolazione stremata.
Queste le toccanti parole di Greta Thunberg prima di imbarcarsi: “Sono qui perche’ se ci e’rimasto un briciolo di umanita’ dobbiamo combattere per la Palestina, e per la Palestina libera”.

La comunita’ di ebrei ortodossi anti-sionisti, i Neturei Karta, tengono la Palestina nel cuore, e sono un esempio per tutti noi da seguire.
La notte del 22 maggio attorno alle 3:15 a.m., la polizia israeliana ha condotto un raid nel loro antico quartiere Mea Shearim di Gerusalemme, cancellando dai muri le bandiere palestinesi e al loro posto mettendo simboli israeliani.
Un residente in seguito al raid ha dichiarato ai media nerwork: ” le bandiere palestinesi torneranno al loro muri, e i simboli israeliani verranno rimossi dal nostro quartiere”.

I ragazzi palestinesi, e i ragazzii dei Neturei Karta, -sempre presenti e determinati alle manifestazioni pro-Palestina, a Gerusalemme, a Londra, come a New York- , sono la speranza, sono quella bella gioventu’ che combatte, che ha compreso che la liberta’ di tutti noi e’ incompiuta senza la liberta’ del popolo palestinese;
questa meravigliosa giovane societa’ tornera’ presto, molto presto, a vivere felice nella Palestina, la loro Palestina, finalmente libera, -All Palestine-.

Allegate seguenti immagini fotografiche:

Salvador Dali’, Baby Map of the World, 1939. Oil on printed paper on cardboard,
46.4 x 38.3 cm

Barry Mcgee, Carniceria. Graffito, San Francisco. s.d.

Murales bandiera pertinenze su un muro di Milano: cancellata da ignoti.

Mostra: Home sweet home -Immagini di resistenza dalla Palestina-.
Foto: Badawiyyin – Donne beduine che guardano la loro casa demolita dall’esercito israeliano.

Giancarlo Valera

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