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“Esiste un mondo sommerso, sotto le Piramidi di Gaza, fatto di tunnel, pozzi, forse addirittura una città sommersa, che però non ci è permesso di scavare e di scoprire”. Questo uno dei punti fondamentali della interessante relazione di Daniele Quartieri, autore di “Giza Leaks” , un libro che raccoglie anni di ricerche e di osservazioni sia sulla Sfinge che sulle Piramidi di Giza, presentato ieri pomeriggio presso la Biblioteca di Maggio dall’autore intervistato da Paolo Combi.

“L’Egittologia in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante – continua Quartieri – anche perché ci sono nuovi strumenti tecnologici davvero potenti. In particolare la tecnologia Star, apparecchiature molto costose che permettono di rilevare le particelle MUONICHE , che individuano spazi vuoti all’interno di strutture complesse come le Piramidi , praticamente “scanner a muoni” che sviluppano le cosiddette FOTOGRAFIE MUONICHE.

Ma altri sistemi satellitari, dei ‘ Radar ad apertura sintetica‘ installati sui satelliti che ogni 16 giorni controllano le Piramidi di Giza, che permettono di rilevare, senza bisogno di scavare e di toccare nulla, eventuali corridoi, tunnel e canali sottoterra o all’interno delle Piramidi, mai esplorati”.

“Ci sono molti più tunnel e canali di quanti ne conosciamo finora, di cui non solo non abbiamo finora mappe ufficiali, e di cui non conosciamo lo scopo, ma c’è qualcuno che si oppone decisamente a nuove scoperte e a nuove esplorazioni”.

Questo qualcuno, che sembra un po’ la “bestia nera” dei ricercatori, il “grade capo” da cui passano da decenni tutte le autorizzazioni per gli scavi e le esplorazioni a Gaza e in Egitto, è il sig. Zahi Hawass, incaricato dal Governo egiziano, fin dai tempi del Presidente Mubarak, di vigilare sugli scavi archeologici.

“Hawass non vuole cambiare nulla, la sua interpretazione delle Piramidi è che erano le tombe dei Faraoni e basta, qualsiasi altra supposizione per lui non conta. Del resto il Turismo è una fonte economica sicuramente primaria per l’economia egiziana: guai a cambiare di una virgola quello che i manuali raccontano da più di due secoli e che per Hawass è più che sufficiente per attirare sempre nuovi turisti”.

Ma la ricerca invece è andata avanti, soprattutto con i sistemi satellitari, che non hanno bisogno delle autorizzazioni di Hawass, e che possono penetrare anche nel profondo, a meno che, come è successo in alcune zone dell’Egitto, non si riempia la superficie di piante di ulivo, dalle radici particolarmente insidiose, che impediscono le rilevazioni più profonde.

“Cos’è che si vuole nascondere ? – si chiede Quartieri. Ma soprattutto, quali erano gli scopi di tutti questi tunnel misteriosi, di questi pozzi (non solo per conservare o far defluire l’acqua) .
“Erano veramente le tombe dei Faraoni, però a Gaza non è stata trovata alcuna mummia, oppure avevano un altro scopo ?”

Alcuni ricercatori, come Mario Pincherle e Filippo Biondi, hanno avanzato delle ipotesi diverse, come ad esempio quella che le strutture in pietra, come le Piramidi, fossero dei filtri per delle frequenze particolari che molto in sintesi potevano “fermare il tempo”.
La struttura della “Camera funeraria” , dove avrebbe dovuto essere sepolto il Faraone Cheope, è persino a forma di ZED, cioè una struttura a 4 camere verticali una sopra l’altra: quale il significato ?
Anche sotto lea Piramide di Chefren sono stati trovati pozzi profondissimi, di addirittura 1200 metri di profondità . Servivano per far defluire le acque, visto che il Nilo esondava quasi sempre una volta all’anno, o avevano un altro scopo ?

Tutte domande a cui al momento non c’è risposta anche per l’implacabile vigilanza di Zahi Hawass, uomo del Governo delegato a lasciare tutto come è oggi.

Ma domande che Quartieri si pone costantemente :”questo libro non è una fine, ma un inizio ” dice. E sicuramente la ricerca andrà avanti, per cercare di dare risposte ai tanti dubbi che ancora oggi le Piramidi di Giza, di cui conosciamo forse il 20%, sollevano.

ENRICO BARONCELLI
Nelle foto: Zahi Hawass e la cartina (non completa) dell’interno delle Piramidi. A lato lo ZED

Daniele Quartieri con Paolo Combi e l’assessore barziese Arrigoni Neri

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