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Nulla di fatto: Pedro Camacho, il Balzac creolo che crea soap opera con trame inconcludenti

ne: “La zia Jiulia e lo scribacchino” di Mario Vargas Llosa (1936-2025), premio Nobel per la Letteratura nel 2010.

Pedro Camacho è un personaggio inventato dallo scrittore e drammaturgo peruviano Llosa nel libro citato.

Sono due le storie che si intrecciano nelle pagine squadernate direttamente dalla vita dell’autore: quella del 18enne Mario, studente universitario idealista e spiantato che sogna una mansarda parigina dove scrivere i suoi romanzi ‘famosi’ tra gli artisti e si barcamena scribacchiando i notiziari in una radio di Lima, i cui sogni si infrangono davanti al fascino della bella zia Jiulia, boliviana, molto più vecchia di lui che lo fa innamorare dell’amore e lo incita a fuggire per sposarsi. Ma il matrimonio feuilleton si traduce in ‘nulla di fatto’ perché presto i due si separano. Il sentimento di Mario si rompe come il vetro su cui viene lanciato un sasso e non andrà mai a Parigi.

E quella di Pedro Camacho, un folle scrittore seriale di successo, che inventa, confonde i lui e i lei, uccide e resuscita personaggi, cambia versione, narra fandonie tra le righe della cronaca, toglie e mette, descrive e rinnega…tuttavia il pubblico, la gente del Perù fino ai confini del mondo, beve con ingordigia le sue soap raccontate dai microfoni della radio nazional. E poi? ‘Nulla di fatto’…Pedro, con la mente vaga e confusa tra il sé e l’altro che mette a nudo con le parole, verrà internato in un manicomio.

Uomini inconcludenti che hanno la speranza di diventare uomini riflessivi e saggi attraverso quello che fanno per essere ricordati tra i nomi dei grandi, ma…nulla di fatto.

…questi nostri giorni frenetici di incontri lampo: 3 ore di discussione, comprese battute comiche, pollici alzati, giretto tete à tete sui macchinoni, tra i leader di Russia e USA che vogliono gestire le sorti del pianeta (ma non è una novità…), e poi: 12 minuti per dire ‘siamo d’accordo, vogliamo la pace’ da una parte e 3 minuti per dire: ‘facciamo progressi’ dall’altra, con lo scopo di risolvere situazioni di guerra durate secoli non poteva che concludersi con un ‘nulla di fatto’.

E adesso? Un altro incontro…un’altra soap, allargata ai cavalieri della tavola rotonda.

La storia dell’uomo a volte è bislacca. A volte i popoli hanno capi…discutibili?

In terra ucraina si dice ai russi: siete dittatori prevaricatori; in terra russa si dice agli ucraini: senti da che pulpito vien la predica, avete eliminato le opposizioni in Parlamento come fecero di fatto i nazifascisti; in terra americana si dice: non vogliamo più sostenere l’Ucraina, anche se l’Ucraina fa finta di non capirlo…vogliamo fare affari con la Russia, quindi che la guerra in atto finisca in fretta, in questo momento amiamo l’autocrazia forte e decisa, ci annoiano i piagnistei e le adulazioni ipocrite degli ucraini e dell’UE, ma facciamo tesoro del cattivo gioco, facciamo finta di stare al gioco…; in terra UE si dice:…! parole parole parole, soltanto parole inconcludenti, apparentemente riverenti davanti al capo dei teatranti, con un piede un po’ qui e un po’ là…

Che tristezza!

Per non parlare della situazione mediorientale: la guerra palestinesi-israeliani, da chi concretamente è portata avanti?…da vergognarsi.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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