Sinceramente non mi sembra una grande ideona, quella di cui la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni si sta vantando di aver portato all’attenzione internazionale, di estendere la clausola dell’Articolo 5 della NATO anche all’Ucraina, come ombrello protettivo in caso di nuova aggressione da parte della Russia.
Ancora una volta la Meloni dà invece dimostrazione di scarsa conoscenza delle situazioni storiche del passato: sono alcuni anni infatti che storici , e diplomatici, stavano riflettendo proprio sulle conseguenze troppo “rigide” di ciò che ha provocato l’equivalente passato dell’ “articolo 5” nello scatenamento di ben due Guerre Mondiali (e speriamo che questo nuovo non sia prodromico alla Terza Guerra Mondiale, la Meloni scherza col fuoco !) .
Andiamo infatti al 1914 : qui le alleanze pregresse, l’articolo 5 dell’epoca con le sue chiamiamole “clausole vessatorie” , fu assolutamente decisivo per scatenare il disastro mondiale.
Tutto partì, come noto, dall’attentato di Sarajevo del 28 Giugno 1914, quando uno studente serbo, Gavrilo Princip , uccise con un colpo di pistola Francesco Ferdinando dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, e la sua povera moglie.
L’Austria, su istigazione dell’ Imperatore Tedesco Guglielmo II, reagì molto duramente all’attentato (in realtà Francesco Giuseppe avrebbe voluto una risposta molto più “morbida”) inviando un ultimatum umiliante e irricevibile alla Serbia.
Ed è qui che si scatena “l’articolo 5″ dell’epoca, con le sue conseguenze micidiali : l’Austria dichiara Guerra alla Serbia, la Russia, alleata di quest’ultima, dichiara Guerra alla Germania (provocando il collasso della economia e della società russa che travolse definitivamente lo Zar Nicola II e mandò al potere nel 1917 i Bolscevichi di Lenin).
La Germania dichiara Guerra alla Russia, la Francia, alleata con questa nella Triplice Intesa, dichiara guerra alla Germania e lo stesso fa l’Inghilterra.
L’Impero Turco entrerà poco più avanti per l’alleanza con gli Imperi Centrali.
L’Italia si salva momentaneamente, come è noto, in quanto l’Austria era l’aggressore, non l’aggredito, e pur essendo nella Triplice Alleanza l’anno dopo passa alla Triplice Intesa (Patto di Londra) .
Nella storia della tradizione diplomatica italiana quindi c’è sempre stata una certa duttilità che ci ha salvato dalle rigidità dell'”articolo 5″ (al di là dei giudizi che possiamo darne).
Idem nel Settembre 1939, allo scatenamento della II Guerra Mondiale. La Germania di Hitler attacca la Polonia il 1 Settembre, stracciando quanto stabilito dal Patto di Monaco dell’anno prima.
L’Inghilterra ci pensa due giorni (sono forti le resistenze a lanciarsi un nuovo macello come quello del 14-18) ma poi il 3 Settembre decide che non può “perdere la faccia” e dichiara la Guerra alla Germania : per tutta la durata della guerra Hitler fa ridicolmente la parte della vittima, “Siamo noi che siamo stati aggrediti dagli Inglesi” ha il coraggio di dire !
La Francia, alleata agli Inglesi, dichiara la Guerra alla Germania ( e per i primi mesi è la “drole guerre”, la “guerra strana”) , ma l’anno dopo viene invasa e distrutta in poco più di un mese (maggio-giugno 1940) dai “Blitz Krieg” del Feldmaresciallo Guderian .
l’Italia, nonostante il “Patto d’Acciaio” con la Germania e il Giappone, per il momento ne rimane fuori (Mussolini sa bene che non siamo pronti) in quanto la Germania ha aggredito lei la Polonia.
Gli Stati Uniti intervengono due anni dopo, perchè tirata dentro per i capelli dai Giapponesi (Pearl Harbor) la Russia all’inizio è alleata con la Germania, con cui si spartisce la povera Polonia.
Insomma anche qui, anche se la situazione era diversa a causa dell’estrema aggressività del dittatore tedesco, l’equivalente dell'”articolo 5″ ha giocato il suo bel ruolo, nel portare l’Europa ben dentro alla fornace.
E’ per questo che, ripeto, diplomatici e storici si erano posti l’obiettivo di ripensare ed eliminare nel futuro certi accordi schematici troppo rigidi e dirompenti, come appunto l’articolo 5 .
Ma a quanto sembra la Meloni non è d’accordo, e pure se ne vanta !
ENRICO BARONCELLI