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Una serata sicuramente molto interessante ieri sera a Villa Migliavacca di Introbio, con due protagonisti di altissimo spessore culturale come Gian Luigi Daccò, già Direttore dei Musei Civici di Lecco e Simul, e Giancarlo Scotti, noto storico lecchese

L’argomento era un po’ la prosecuzione del libro di Daccò pubblicato l’anno scorso, “La Donna del Gioco“, e già presentato l’estate scorsa sempre a Introbio, con alcuni approfondimenti riguardanti l’Attualità.

Riprendendo il tema della Stregoneria, Daccò innanzitutto ha notato che nei due secoli in cui la persecuzione fu massiccia, e costò centinaia di roghi a donne innocenti, cioè il Cinquecento e il Seicento, questa fu sì praticata sia nei paesi Cattolici che in quelli Protestanti, ma con una prevalenza in questi ultimi (Svizzera, Grigioni, Germania e Inghilterra), mentre fu praticamente ignorata in località come il Portogallo e la Sicilia.

Citando Giacomo Cardano, un genio matematico e scienziato del Cinquecento, la “caccia alle streghe” colpiva “donne sole e infelici, già denutrite e malate per conto loro”, che si illudevano di avere poteri magici e a volte confessavano anche con la minima tortura.

Colpisce che spesso davano le stesse versioni collettive: il rito del “Barlotto“, cioè il “Sabba”, gli incontri con i Diavoli, sempre di Giovedì, e altre modalità che erano comuni nelle false testimonianze delle povere vittime.

Andando più in specifico Daccò ha raccontato la vicenda di Caterina de’ Medici, una servetta molto bella vissuta a Milano che faceva innamorare per la sua bellezza, ma che venne accusata di usare filtri magici e bruciata al rogo per stregoneria.

Un altro caso molto drammatico accadde in provincia di Sondrio: un gruppo di una decina di presunte streghe venne rinchiuso in un capanno, a cui venne poi dato fuoco.
Una ragazzina riuscì a scappare ancora viva, ma il giudice persecutore le fece uccidere successivamente senza nessuna pietà.

San Carlo e Federico Borromeo credevano fermamente nell’esistenza delle Streghe” ha affermato Daccò, citando un caso di un’altra decine di presunte streghe, tra cui diverse lecchesi e valsassinesi.

“Il cardinale Scipione Rebiba, presidente della Inquisizione Romana ordinò di rifare il processo per una serie di errori procedurali e perché la confessione di una imputata, la ricca signora Anchisa, era stata ottenuta con la minaccia della tortura. Nonostante la contrarietà di San Carlo quindi fece ripetere il processo che le condannava perché non c’erano prove convincenti. Il loro Processo fu quindi ripetuto , ma non sappiamo come è andata a finire, perché l’Imperatore asburgico Giuseppe II nel Settecento, da buon Illuminista fece bruciare tutte le carte dell’Inquisizione milanese, affermando che erano tutte sciocchezze, e anche per motivi economici (qualcuno rivoleva indietro le proprietà sottratte alle presunte Streghe)” .

Motivi economici potevano essere anche alla base dei processi: “se un vicino di casa voleva entrare in possesso di un dato terreno che gli interessava, bastava che accusasse di stregoneria la padrona del terreno: una volta condannata questa, i terreni e le sue proprietà venivano confiscati e venduti all’asta al miglior offerente”.

Ignoranza, fanatismo e interessi privati quindi erano alcuni elementi all’origine di questa clamorosa “caccia alle streghe”, oltre che motivi religiosi e ideologici.

Daccò si è soffermato anche sulle teorie contemporanee di Murray, secondo la quale la cosiddetta “Stregoneria” era la prosecuzione di antiche religioni pagane precedenti al Cristianesimo, che erano riemerse e che vennero così schiacciate.
Teorie “pagane” che sono ancora oggi presenti nel movimento della cosiddetta Wikka.

E’ un movimento internazionale neopagano che si richiama esplicitamente alle Streghe. E’ molto diffuso in USA e in Europa, anche in Italia. Sulla base degli studi di Margaret Murray ” Le streghe nell’ Europa Occidentale ” del 1921 danno per scontato l’esistenza di una religione segreta, esistita fino al Seicento che deriva dai culti di Diana e di Ecate. Dei ” misteri ” sopravvissuti nonostante l’affermazione del Cristianesimo , incentrata sul culto di un dio dianico cornuto , l’antico Giano Bifronte che è poi diventato il Diavolo cristiano. Questi ” Misteri ” sono diventati il Sabba degli Inquisitori e le donne seguaci di questi culti sono state perseguitate .

Questo dio era ” Il dio delle streghe ” , sempre da una ricerca del 1931 della Murray. Solo con la Riforma protestante e la Controriforma cattolica questo antichissimo culto misteriosofico fu ridotto al silenzio. Rimanendo “in sonno ” fino all’inizio del XX secolo quando fu rifondato negli USA. Ancora nel 1994 queste teorie dell’antropologa Murray erano pacificamente accolte anche da storici ed etnologi seri , forse la maggior parte, in UK e USA. Solo nel 1994 il famoso antropologo Norman Cohn dimostrò la relativa o nulla attendibilità di questa tesi sulla Stregoneria. Intanto però erano nati culti Neopagani , tra cui quello di Gerald Gardner, pervenuti nel suo libro “Witchcraft Today” (La Stregoneria Oggi).

Gardner affermò che la religione da lui fondata fosse una sopravvivenza delle religioni matriarcali pagane e, risalendo a tempi ancor più antecedenti, del culto della Dea Madre diffuso nell’Europa preistorica, e sostenne gli fosse stata insegnata dalla somma sacerdotessa di questo culto, , una donna che utilizzava lo pseudonimo di Vecchia Dorothy. La stessa Dorothy che, secondo quanto affermava Gardner, lo iniziò ad una vecchia tradizione misterica, continuazione dei culti esoterici medievali, conosciuti come stregoneria.
La veridicità delle esperienze di Gardner rimane controversa, parecchi studi moderni sostengono ad ogni modo come la teologia wiccan iniziò ad essere compilata non prima degli anni venti.

Il termine Wicca è un termine ripreso dall’inglese antico, nel quale wicca al maschile, e wicce al femminile, stanno ad indicare quello che oggi si intende per “stregone” e “strega” (witch), . Questi culti hanno oggi , si dice, milioni di adepti.

ENRICO BARONCELLI

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