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In gergo militare si definiscono cinicamente “danni collaterali” quando, per effetto di un bombardamento o di un attacco, muoiono insieme all’obiettivo prescelto (un terrorista, un generale nemico, o altro) anche delle persone che in quel momento gli erano vicino ma che non c’entrano niente né con lui né tantomeno con la sua organizzazione.

Qualche anno fa era stato girato in America un film molto bello e molto drammatico, che parlava del papà di una ragazzina che in Afghanistan era stata uccisa dall’attacco di un drone, che aveva nel mirino un capo talebano.
Questo papà afgano era andato in California, dove c’era la sede dei piloti di droni, per tentare di vendicarsi contro il pilota che, da remoto, aveva sganciato la bomba.

Oggi questo film sarebbe un po’ anacronistico, visto l’enorme quantità di persone che, nella striscia di Gaza, sono vittime di “danni collaterali” (migliaia e migliaia, altro che una ragazzina !).

Sia ben chiaro: Israele ha tutto il diritto di colpire i terroristi che hanno organizzato la terribile strage del 7 ottobre 2023.
Però se per uccidere un solo terrorista deve ammazzare dieci o cento persone, del tutto ignare, che vivevano nello stesso condominio, donne, vecchi e bambini che non c’entravano niente, qualche problema bisognerebbe porselo.

Sarà anche per questo che nessuno nemmeno parla più di “danni collaterali” vista l’enorme quantità di civili inutilmente e cinicamente uccisi.

La cosa è strana anche perchè il Servizio segreto di Israele, il famoso Mossad, era specializzato proprio nel colpire selettivamente gli obiettivi, e catturarli o farli saltare in aria, dovunque si trovassero (in Africa o in Asia o in America).

A meno che il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu non abbia in realtà un suo progetto: il suo riferimento storico non è il genocidio degli Ebrei perpetrato da un pazzo criminale di guerra ottanta anni fa, che ha inventato i campi di concentramento come Auschwitz.

No, lui va più indietro, molto più indietro: la sua politica ricorda invece quella dell’Imperatore romano Adriano (tra l’altro un imperatore amante delle arti e che ha ben operato ai suoi tempi) il quale però volle punire durissimamente gli Ebrei per le loro continue ribellioni all’ Impero Romano.

Dopo quella di Vespasiano e Tito, del 70 d,C., con una rappresaglia che privò gli Ebrei di tutti i loro beni, per finanziare la costruzione del Colosseo (un amico una volta mi ha detto non del tutto a torto che Israele potrebbe rivendicarne la proprietà !) Adriano nel 135 d. C. decise di punire l’ennesima rivolta, dai tempi di Gesù, con una durissima lezione:
prima massacrò mezzo milione di Ebrei, compresi uomini donne e bambini, poi distrusse definitivamente Gerusalemme che ribattezzò “Aelia Capitolina” (dedicata ad Elios il Dio del Sole) e infine ai non molti superstiti ordinò di disperdersi per tutto il mondo allora conosciuto, con la famosa “Diaspora“.

Ecco, allora forse Netanyahu vorrebbe fare la stessa cosa: prima massacra i poveri Palestinesi, soprattutto quelli in fila nei centri dove si distribuiscono gli aiuti alimentari, e un po’ per volta riuscirà sicuramente a decimarli, di questo passo, oltre ad aver distrutto la loro economia.

Quindi dirà loro di andarsene (anzi, gliel’ha già detto !) un po’ di qua e poi di là, in attesa di uscire definitivamente sia dalla Palestina che dalla Cisgiordania.

Ecco, l’Imperatore Adriano è il vero modello di Netanyahu: però era circa 1900 anni fa, c’era solo il Diritto Romano e non quello internazionale, e i Romani si divertivano ad andare nei Circhi a vedere ammazzati sul serio gladiatori e condannati a morte.
Oggi, per la nostra coscienza moderna, mi sembra poco concepibile riproporre certi modelli di società, in nome dei Diritti dell’Uomo che i Romani, nonostante la loro civiltà, nemmeno immaginavano !

Sta alla nostra coscienza fermare progetti sanguinosi e sanguinari.

ENRICO BARONCELLI

1 commento su “DANNI COLLATERALI”
  1. Carissimo Enrico,
    è sempre difficile conoscere la “vera verità” specialmente quando non se ne è partecipi e quindi la si riceve raccontata.
    Ci sono però le basi storiche di riferimento che si appoggiano a riscontri oggettivi: Hamas vuole la distruzione di Israele e l’annientamento degli Israeliani. Sono anni che attrezza i suoi sostenitori con ogni possibile criminale mezzo per raggiungere questo obiettivo, senza escludere alcuno strumento (compreso lo scudo umano del popolo palestinese).
    D’altra parte , la storia ha dimostrato che con le guerre “normali” Israele non si sconfigge.
    Per contrastare questo piano, Israele usa anche mezzi analoghi , visto che quelli convenzionali producono più tragedie.
    Tutto ciò è profondamente sbagliato da ambo le parti. Come in ogni conflitto anche in questo, il motivo del conflitto è
    molto, molto meno grave del conflitto stesso, verità difficile da accettare specialmente da parte di chi l’ha acceso.

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