Le donne nell’arte hanno reso grande il nume dell’umanità con il loro prezioso talento. Tuttavia, nell’universo artistico, sono poste in nota in fondo al testo maschile.
Al Museo La Fornace di Barzio è in corso in questi primi giorni di maggio 2025 una mostra di quadri al femminile, donne non solo muse ispiratrici o modelle, ma pittrici che nei quadri hanno espresso la loro percezione di casa e del mondo: un micetto, il Resegone, la chiesina di Santa Margherita, il faggio incantato, un profondo blu, la ballerina bianca, il vecchio, il lungo lago di Lecco, i Pizzetti di Parlasco, tante nature morte, una margherita che si specchia nell’inchiostro nero…e si guarda.
Ogni pittrice ha dipinto e appeso tra i mattoni cotti dell’antica Fornace della Comunità Montana un pezzo del suo cuore.
Penna, pennello e scalpello in mano alle donne diventa poesia, un delicato sogno nella realtà. Nei quadri un gaio sorriso, soffi di vita tra i capelli, occhi lucidi tra i chiari e scuri, le donne parlano sottovoce, per loro la diversità è un punto di forza, per gli uomini, o per la gran parte, è sinonimo di esclusione: o sei con loro o contro di loro.
Umiliate, sempre all’ultimo posto, “la donna deve fare la donna” mi ha detto un distinto signore l’altro giorno, “per questo il mio matrimonio è durato così a lungo”. Cosa avrà voluto intendere?
Solo fino a qualche anno fa vedere una donna leggere un giornale era considerata una stranezza, quando andavo a Milano col treno strapieno di uomini e donne, tutti gli uomini stavano seduti col giornale aperto, le donne, anche studentesse, chiuse in chissà quale pensiero a guardare fuori dal finestrino…
Un tuffo nella storia dell’arte per ricordare il talento di alcune delle donne del passato: Propezia De Rossi, definita dal Vasari “femina scultora che tutti gli uomini l’ebbero invidia”, realizzava sculture sui noccioli di pesca, susine, ciliegie…su un nocciolo di ciliegia seppe intagliare i volti di più di cento personaggi presenti alla Passione di Cristo. Le sue opere venivano poi combinate con metalli preziosi per monili altolocati.
Fede Galizia, la pittrice che contribuì ad inventare, o forse inventò, la natura morta, famosa la sua ‘Natura morta con pesche, mele e gelsomino’ di valore inestimabile.
Elisabetta Siriani, morì a soli 27 anni e tutti la menzionano ancora oggi come ‘il miglior pennello di Bologna’, fondò la prima Scuola d’Arte per donne.
La veneziana Rosalba Carrera, realizzava ritratti senza difetti o meglio, i difetti diventavano pregi con la sua mano d’artista. I suoi volti lisci e morbidi sembrano di porcellana, inventò la tecnica denominata ‘tazzine di porcellana’ da paragonare ai moderni ritocchi fotografici.
Mentre percorro il percorso indicato al museo La Fornace di Barzio mi attrae un quadro. Leggo: “Desiderio di scuola” di Maria Di Meo. Una cosa strana sento nel petto, che sale, sale e si ferma in un groppo nella gola.
Un bambino vestito di stracci, con le toppe, il fagotto, un bastone, e le scarpe tenute insieme da strisce di altri stracci, si affaccia alla porta di un’aula di scuola per ascoltare, Sta in silenzio, coi piedi fuori, prima della soglia per paura di sporcare, nessuno lo scorge, gli scolari continuano a capo chino a seguire la lezione…



