La Valsassina è percorsa da una ciclabile accessibile a tutti, anche ai vecchi lenti e tossicchianti e ai bambini con le manine grassottelle che scoprono e stropicciano un trifoglio. La ciclabile è immersa nel verde di alberi, cespugli, prati, dalle mille sfumature con a fianco il dolce glo glo del Pioverna che tiene compagnia. D’estate, la stradetta che contorna la Grigna nel fondovalle è ventilata al punto giusto per respirare bene. E guardando verso l’alto si possono intravedere anche le ultime vene di neve nei canaloni più a Nord della ‘Guerriera senza nome’.
Camminando piano si ha l’impressione di essere immersi nel quadro naturale di un artista nascosto chissà dove…
Avanti cento passi dal Museo e dalla Comunità Montana in direzione Introbio, c’è un ponticello di legno che oltrepassa il torrente e conduce nel centro di Pasturo.
Case addossate come a sorreggersi, a proteggersi, a consolarsi, rappresentano l’architettura lombarda agreste di due secoli fa e sono ancora lì, alcune ristrutturate, altre in attesa di sistemazione. Tutte con le finestre che affacciano sulle piccole contrade che combaciano nella graziosa piazzetta del Municipio.
Proprio qui c’è la chiesina barocca dedicata a San Giacomo apostolo che all’interno parla di Maria.
La chiesina è diventata un santuario, luogo di culto mariano, nel 1618 a seguito di un’apparizione miracolosa della Madonna, nel XV secolo esisteva solo l’ oratorio di San Giacomo.
La chiesina è raccolta in un’unica navata, il presbiterio è arricchito da una decorazione barocca in stucco, quasi un cesello, risalente al 1670-1673 ad opera di Giovanni Domenico Aliprandi, un artista della Val Taleggio, e restaurata da Luigi Garoli alla fine degli anni settanta del secolo scorso.
Si possono ammirare gli affreschi di: Maria Assunta in cielo, la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Fuga della Sacra Famiglia in Egitto, l’Incoronazione della Vergine, sulla volta dell’altare maggiore, il cui pennello è rimasto ignoto…
Nell’altare di sinistra c’è una pala d’altare del 1600 che raffigura Maria con sant’Anna, San Carlo, Sant’Antonio da Padova, Sant’Agnese dell’artista di Firenze Aloysius Realis.
Sulla parete destra del presbiterio spicca l’affresco ‘La Madonna col Bambino e i santi Andrea e Pietro Martire’ sempre a firma di Realis. Mentre sulla parete sinistra del presbiterio è appesa una tela del 1687 su cui è dipinta ‘La Madonna con la cintura con i Santi: Manica, Agostino e Ambrogio’, per mano di un fine pittore sconosciuto.
La cintola di Maria è una striscia sottile lunga 87 cm di lana finissima di capra di colore verdolino e broccata in fili d’oro, le estremità sono tenute da un nastrino in taffettà verde smeraldo. La Sacra Cintura è una reliquia che si trova oggi nel Duomo di Prato.
La tradizione vuole che la cintola appartenesse a Maria che la diede a San Tommaso perché incredulo dell’Assunzione della Madonna in Cielo. La cintura di Maria rappresenta la consolazione e il conforto, il ripristino della fede vacillante.
Nel dipinto di Pasturo Maria sale al cielo con la cintura che pende verso San Tommaso.
La passeggiata volge al termine, impreziosita dal volo di rondini nere che tornano dai loro rondinini.
MARIA FRANCESCA MAGNI






