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Le guide alpine dell’ottocento, ricordano sempre ai cari lettori che passano per Introbio di visitare la Cascata della Troggia detta anche Paradiso dei Cani.
Molti viaggiatori illustri l’hanno ammirata e decantata, e viene rievocata da Leonardo da Vinci nel Codce Atlantico.

“Chi trovasi ad Introbbio non deve tralasciare di visitare la cascata detta il Paradiso dei Cani, formata dalla Troggia che scende da Val Biandino..
Per giungere bisogna prendere la strada carrozzabile che da Introbbio prosegue per Primaluna e Taceno. Al ponte della Troggia un kilometro circa avanti Introbbio si lascia la strada rotabile e si prende un sentiero a mano destra che rimonta il corso del torrente e si entra in una gola selvaggia in fondo della quale rumoreggia la cascata. Dopo un quarto d’ora, per ruvido sentiero,, vi si giunge dinanzi. E’ un grosso corpo d’acqua che piomba verticalmente per circa 200 metri formando un magnifico ed imponente pennacchio. A buona distanza da essa e’ impossibile schivare d’esser bagnati e la temperatura in questa localita’ si mantiene, anche nei piu’ caldi estati, assai bassa. Come cascata ed orrido e’ degna di figurare tra le migliori che vi sono nelle alpi”.

Risalendo da Introbio sulla destra della.Troggia la strada percorre il fianco della Cima d’ Agrella ai cui piedi stanno i villaggi di Barcone e Gero che furono assai rovinati da una frana di terra caduta il 13 novembre 1762 dal dorso del Monte d’ Agrella, e sul quale, anche oggigiorno, si vede l’ammanco del tratto precipitato a valle.

Continuiamo il percorso e saliamo fino al luogo detto Scale di Biandino per giungere poi alla. bocca di Biandino dove si apre la vista del verdeggiante e stupendo bacino di Biandino, con nel mezzo la Chiesa di Biandino (m.1580) detta Madonna della Neve.

Da.li’ si puo’ raggiungere il Pizzo dei Tre Signori (m. 2554), dopo il Legnone e’ la piu’ alta vetta della.provincia di Lecco. Su d esso s’ incontrano i tre confini delle provincie di Lecco, di Bergamo e Sondrio, che anticamente erano quelli del ducato di Milano, della Repubblica Veneta e del governo Grigione, donde Il nome del Pizzo.
Il Pizzo dei Tre Signori offre un estesissima vista dei monti della provincia di Lecco, di Como, del Canton Ticino e delle Alpi, delle vette stupende di Val Masino, del Disgrazia e Bernina, delle montagne valtellinesi e bergamasche.

Da alcuni anni, non risulta.piu’ possibile salire fin sotto la Troggia, -e fare magari il bagno nelle immacolate e fresche acque-, causa pericolo di cedimenti del terreno sovrastante il sentiero.
I turisti italiani e stranieri che arrivano a Introbio rimangono molto delusi.

La salita per val Biandino invece, dovrebbe prevedere un numero limitato di entrate giornaliere, e l’interdizione del transito di automezzi e motocicli a motore.
Sta pero’ ai nativi della Valsassina credere nella salvaguardia dell’ambiente naturale cosi’ prezioso, senza timori reverenziali, perche’ ci rammenta Greta Thunberg: ” non sei mai troppo piccolo per fare la.differenza”

Allegate seguenti foto:

Tagliaferri Giovanni Maria (1809-1879l), A Maria Vergine SS; che si venera nella Chiesa di Biandino. Attestato di devoto e conoscente affetto degl’Introbiesi miracolosamente liberati dal Chiolera nella notte del 4 agosto 1836.
In basso al centro firmata: G.M.Tagliaferri f. 1862..
Stampa a colori, carta/bulino
Misura: parte figurata 25,5 x 18,5 cm ; parte incisa 29,5 x 21 cm

(Chiesa-Milesi) Relazione veridica della rovina delle terre di Gero, e Barcone nella Valsasina.
In Milano nella Stamperia di Giuseppe Mazzucchelli, successore Malatests, 1763.
Con licenza de’ Superiori.
Bifolio, misura 35 x 13 cm

Fotografia di Antonia Pozzi, Cascata della Troggia. Introbio, IX, 1937.

Giancarlo Valera

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