Palmo aperto accostato alla spalla, tre dita tese e unite, il pollice che copre il mignolo: è il saluto scout
che significa: strada, servizio e comunità, il forte che ha il dovere di aiutare il debole.
Lo scautismo a Lecco festeggia gli 80 anni della sua fondazione tutta al femminile. Fu il coraggio e la determinazione di 12 ragazze: Tilde Galli, Albertina Negri, Anna Belgeri, Maria Badoni, Paola Breglia, Luigia Fossati, Annamaria Locatelli, Luisa Locatelli, Annamaria Lanfranconi e Annamaria Stefanoni che il 24 novembre 1945, finita la guerra, in un contesto sociale semianalfabeta in cui la donna era subordinata all’uomo, e non esisteva ancora il suffragio universale…pronunciarono la Promessa scout per contribuire alla diffusione dell’esperienza educativa scout in risposta al bisogno sociale di pacificazione e di contenitori buoni per la gioventù in erba allo sbando. In pratica fu una vocazione di vita guidata spiritualmente da Don Teresio Ferraroni: le ragazze si impegnarono a migliorare se stesse in una dimensione comunitaria avventurosa, all’aria aperta, libera, con un grandissimo senso di responsabilità nel servire gli altri, vicini e lontani. Il servizio consiste nell’azione quotidiana perseverante nel trasmettere positività, aiuto concreto a chi chiede di essere aiutato, col l’orecchio vigile nell’ascoltare le voci e i lamenti che provengono dal cammino della vita…
Invece lo scautismo maschile lecchese ASCI nasce il 22 dicembre 1946 con la Promessa di 13 baldi giovinotti: Gianfranco Gheza, Maurizio Rossi, Franco Stefanoni, Carlino Aldè, Giorgio Breglia, Giambattista Locatelli, Tito Monti, Pino Lanfranconi, Lucio Stefanoni, Renato Scarselli, Beppe Nava, Alberto Silva, Franco Ravasi. In questo caso è marcato il pensiero di ricostruire e cercare la propria strada per il bene personale e sociale.
Negli anni ‘50 mentre le ragazze crescono, i ragazzi scout si perdono. Fu Luigi Buizza a consolidare e a far crescere il movimento scout di Lecco facendo conoscere la ‘leggenda della giungla’, il libro di Rudyard Kipling: i lupi, l’orso, la pantera nera, il serpente, sono in difesa del piccolo cucciolo d’uomo Mowgli, mentre la tigre col ghigno spaventoso è sempre in agguato per mangiarselo…Buizza fece innamorare i ragazzi dello scautismo, con grande sensibilità seppe sollecitare le migliori energie nelle loro vite. Fu così che le uscite si interruppero e il reparto si consolidò. Nell’estate del 1956 Luigi Buizza guidò, tra le valli alpine insieme a don Alfonso Ferraresi sacerdote presso il Santuario della Vittoria di Lecco, un gruppo esiguo di esploratori a cavallo di lambrette e qualche auto al seguito con l’intento di formare i futuri capi scout lecchesi e ci riuscì: Alberto Erba, Ninotta Locatelli, Nanni Bertarelli, Gianfranco Sacchi, Fausto Frizzi, Tano Grossi, Flavio Annoni risposero con entusiasmo alla chiamata al servizio di capo. Nel 1974 AGI e ASCI si fusero formando l’AGESCI, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. L’8 novembre 2008 la sede scout di Lecco in via Risorgimento, ristrutturata con l’aiuto della Cooperativa Progetto Scout, venne dedicata in memoria di Luigi Buizza deceduto nel 1971, il Capo dei capi scout lecchesi.
Con la Promessa sancita dalla Legge Scout di Robert Baden Powell. “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso la mia Patria, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la Legge Scout” e l’impegno che ne deriva: sia il tuo parlare: Sì, Sì, No, No, franco e sincero, il tuo spirito sia puro…con la raccomandazione di essere persona d’onore e di responsabilità nell’agire con gli altri senza se e senza ma, sii portatore di rispetto davanti a tutto e a tutti, con l’esortazione di fare sempre del tuo meglio prestando cura e attenzione, difendi il diritto di un uomo indifeso…
scout per tutta la vita scout? Sì.
In cerchio attorno al fuoco sotto alle stelle a cantare: “Ula Ula , è sera e stanchi siam…” con Balù che suona la chitarra, calzoni corti, camicia azzurra, fazzolettone che varia da gruppo a gruppo, il totem indimenticabile dei lupetti… Le Aquile Randagie, oggi nonni, non dimenticano lo zaino, il sentiero, gli scarponi, la preghiera musicata: “portami Tu lassù, o Signor, dove meglio Ti veda. Oh portami nel verde dei tuoi pascoli lassù per non farmi scendere mai più. Là sotto il pino antico noi lasciam nel partir la croce del nostro altare…”.
“La legge scout comprende 10 articoli, che sono redatti in forma positiva e conducono gli scout a rendere servizio alla comunità e al proprio Paese” Taccuino, R.B.Powell.
Robert Baden Powell, barone di Gilwell, nacque a Londra nel 1857 ed ivi morì nel 1941 col grado di generale. Credeva nell’educazione dei giovani e divenne famoso per aver fondato nel 1907 il movimento mondiale dello scautismo.
Powell trasse ispirazione per i suoi ideali positivi dal libro ‘The Birch-Bark Roll’ dell’educatore americano Ernest Thompson Seton che nel 1902 fondò in Canada e negli USA i ‘Woodcraft Indians’. Lo scritto era una specie di lista di regole di condotta per aiutare i ragazzi a distinguere le azioni buone da quelle cattive. In pratica il libro di Thompson è un codice morale e comportamentale storico di un’altra America rispetto a quella che conosciamo.
Le Aquile Randagie furono gli scout di Milano, Monza-Brianza, Lecco, Como, e tante altre città della Lombardia e d’Italia, che disubbidirono al fascismo, continuando a ritrovarsi a cantare e a pregare clandestinamente in località impervie e quasi irraggiungibili se non attraverso sentieri tortuosi. Il gruppo di Lecco si incontrava, con scout provenienti da altre zone, in Val Codera in provincia di Sondrio definita ‘il paradiso perduto’. Qui, grazie alla complicità della Guardia di Finanza e alla popolazione non fascista i ragazzi scout potevano svolgere le loro attività senza preoccupazioni. Si organizzarono incontri scout furtivi anche a Montecchio di Colico. Varie fotografie d’archivio attestano un’uscita anche ai Corni di Canzo, su una di queste è scritto: “E’ l’inizio scout della resistenza contro il fascismo”. Campi scout si effettuarono sommessamente anche in tante altre province lombarde.
Nel 1922, con l’avvento del fascismo in Italia che si nutriva del controllo delle idee per mantenere il potere, i gerarchi fin da subito puntarono il dito sull’educazione e il 14 gennaio 1926 istituirono l’ONB Opera Nazionale Balilla, ordinando in seguito con la legge n. 5 del 9 gennaio 1927 lo scioglimento dei reparti scout nei centri inferiori a 20mila abitanti, mentre ai rimanenti gruppi scout fu ordinato di inserire l’acronimo ONB nelle loro insegne. Il 9 Aprile del 1928 lo scautismo in Italia fu dichiarato soppresso dal Governo, nonostante il parere della Chiesa a difesa dei valori scout. Cominciarono atti di violenza contro i sospettati scout, e le camicie nere, due squadristi, nel 1923 picchiarono a morte Don Giovanni Minzoni, insignito della medaglia d’argento al valor militare durante la Prima guerra mondiale, perché contrario al regime e per aver fondato il gruppo scout ad Argenta sfidando apertamente il fascismo.
Sarà stata l’audacia della gioventù, abbinata a una convinzione forte saldata sui principi scout, che molti scout si rifiutarono di obbedire e continuarono a ritrovarsi con l’uso di messaggi in codice e cifrati.
Giulio Cesare Uccellini, capo di Milano 2, guidò questi ragazzi in una delle pagine di storia più buie dell’umanità.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 le Aquile Randagie costituirono l’OSCAR Organizzazione Soccorso Collocamento Assistenza Ricercati, per salvare i perseguitati dal nazi-fascismo: ebrei, oppositori, persone ricercate…con espatri in Svizzera. La documentazione scout pare riporti l’espatrio di Indro Montanelli, probabilmente in collaborazione con il CNL e con la Chiesa. Montanelli fu rinchiuso in carcere dai fascisti per i suoi articoli contro il fascismo. Era un antifascista, pur essendo un conservatore.
La Resistenza scout contro il fascismo durerà 16 anni 10 mesi e 29 giorni, questo periodo venne chiamato ‘giungla silente’.
Il Cardinal Ildefonso Schuster, a conoscenza dell’esistenza delle Aquile Randagie, le sostenne segretamente.
Sembra un paradosso, ma proprio nel sotterraneo di San Sepolcro a Milano dove fu firmato il manifesto dei Fasci di combattimento, veniva custodita dai sacerdoti l’attrezzatura scout: tende, zaini, divisa…
Tutti gli scout d’Europa furono vicini alle Aquile Randagie e Baden Powell le elogiò pubblicamente.
Le Aquile Randagie furono Partigiani senza armi, la loro azione rimase ancorata al principio: “Noi non spariamo, noi non uccidiamo…noi serviamo”.
“Lo scout considera suo onore meritare fiducia, è amico di tutti e fratello di ogni altro scout, è cortese e cavalleresco, ama i fiori e le piante e tutte le creature di Dio…” Legge scout.
Lunga vita al guidone scout!
MARIA FRANCESCA MAGNI