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Papa Leone XIV nella emozionante celebrazione di oggi in piazza San Pietro a Roma per la canonizzazione di Carlo Acutis e di Pier Giorgio Frassati ci spinge a credere nelle vie del dialogo, e chiede ai politici di agire in nome delle loro coscienze per cessare le guerre.

“Stare nel mezzo” per incontrare e far incontrare è “fare Casa”, in ogni ambito, sociale, politico e culturale.

È la porta aperta alla Casa sul Pozzo.

Su questa soglia/ponte desidero condividere il testo che riporto nel seguito.

Doretta

Stare in mezzo

è arte sottile,
è corpo che regge
tra due fuochi,
voce che non tace
quando il mondo urla.

Stare nel mezzo.

Tra chi urla per vendetta
E chi tace per paura.
Dove il colpo è già inferto
e il pianto non ha ancora
trovato voce.

Stare nel mezzo,
dove nessuno vuole stare:
senza sapere, senza sicurezze,
tra chi ha fatto male
e chi lo ha subito.

Stare nel mezzo
non è equidistanza,
è equi-prossimità
all’uno e all’altro.
Perché nessuno si salva da solo.

Chi sta nel mezzo
non giustifica,
non abbandona.
Non separa.
Tiene insieme.
Sogna ancora una scintilla
nella città che brucia.

Stare nel mezzo
è sospendere il giudizio
mentre tutti sparano sentenze,
è dire “tu conti” ed “io ci sono”
anche se il cuore trema.
Scommettere sul bene
che resta anche nel colpevole.

Stare nel mezzo
– non a metà –
con tutto te stesso.
Finché non nasce
un’altra possibilità.

È un mestiere da folli,
quello di chi tiene aperto
il cielo per altri.

Stare nel mezzo
è diventare ponte,
è fare spazio al futuro
prima che arrivi.
E chiamarlo, silenziosamente,
col nome dell’amore.

(Enrico D’Ambrosio – classe 1964, prete di Bergamo dal 1990, che ha conseguito la formazione di mediatore umanistico)

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