I soldati disertano: non vogliono più la guerra. In risposta, i loro leader ne comandano l’arresto dai tappeti rossi
I bambini palestinesi di Gaza vengono al mondo coi conati della fame e i giovani soldati riservisti israeliani osservano e non vogliono più combattere.
Secondo Restart Israel sono forse più di 12mila i soldati riservisti, i feriti in battaglia che si sono rifiutati di indossare ancora l’elmetto e prendere parte alle operazioni di Gaza. Queste defezioni hanno raggiunto la soglia del 50%. Le diserzioni crescono in maniera esponenziale, come le petizioni dei soldati che chiedono la fine della guerra. L’ultima lettera promossa dal gruppo pacifista Soldiers for the Hostages è firmata da una quarantina di alti ufficiali dell’unità 8200 dell’Idf è stata inviata direttamente a Nethanyau, spiegando che il Governo sta conducendo una ‘guerra infinita e ingiustificata’.
I suicidi dei soldati sono all’ordine del giorno: troppo grande è il peso del tormento per la crudeltà della guerra, ma queste morti ‘inutili’ vengono minimizzate e nascoste coi discorsi di gloria dal Potere.
Se l’omicidio di 9 fratellini, figli di una dottoressa palestinese, fosse avvenuto in Europa o negli USA, tutti avrebbero gridato allo scandalo: la strage degli innocenti. Invece a Gaza le operazioni di strage dell’Idf diventano per l’occidente un errore di valutazione, e guai a chi osa sostenere il contrario…
In Ucraina, secondo le stime dei media ucraini, 200mila o più sono i soldati che hanno disobbedito ai comandi militari e circa 100mila, secondo l’Agenzia Associated Press AP citando i dati della Procura Generale ucraina, sono stati incriminati per diserzione.
Questa situazione ha portato al reclutamento forzato, ma i giovani soldati fuggono comunque dai macelli di guerra ad ogni costo, rischiando anche la galera, gli insulti e le botte: questi ragazzi esigono di rimpossessarsi della loro vita lontano dalle mattanze imposte dai loro leader.
Anche in Russia, pubblica Fedorov e Idite Lesom, il numero dei soldati disertori va oltre alle 500mila unità e a seguire si configura la netta riduzione dei guerriglieri palestinesi dal 1948 con la nakba, esodo palestinese con l’insediamento dello Stato di Israele in terra di Palestina, ad oggi.
Cosicchè i leader di questi popoli cercano disperatamente soldati, giovani da sacrificare per…la Patria, dal latino ‘terra dei padri’. E gli altri leader pronunciano parole di convenienza di fronte ai crimini di guerra, sotto sotto avallano le politiche di guerra allungando la zampina come i gatti in nome della pace e ritraendola nel momento giusto per mandare avanti il conflitto. E chi tra loro detiene il forziere economico si sfrega le mani in segno di cavarci buoni affari nei loschi tuguri della guerra. Infine c’e’ chi avanza proposte sgangherate in diritto e in fatto.
Sono i leader i responsabili delle guerre in corso, sono loro che hanno scatenato in passato e provocato l’inferno della guerra contemporanea, non i popoli!
Ultimamente, Zelensky gira il mondo dell’ovest in cerca di consenso e di…soldati, è giunto persino al forum imprenditoriale italiano di Cernobbio, di pari passo come sta facendo Putin in Asia.
Forse la vita di un giovane vale meno del Paese in cui è cresciuto? Non può essere, sarebbe una contraddizione: la vita di un bambino o di un giovane vale più delle ricchezze di tutti i Paesi del mondo messi insieme, ciò è inconfutabile. I nostri figli sono il bene più bello e prezioso che abbiamo, sono il futuro della terra dei padri…Mandarli a morire al fronte vuol dire annientare la terra dove hanno vissuto, distruggere il proprio Paese, sacrificate la Propria Vita per la brama di…?dei Capi Tribù.
Il linguaggio volgare e di odio dei leader per incitare i ragazzi a imbracciare le armi è una vergogna, un’oscenità contro la civiltà.
“Non c’è più un tempo per nascere un
tempo per morire
si nasce e si muore nello stesso momento
infinite morti
ci assediano è l’ora che ognuno raccolga
in sé la morte degli altri il frumento
assiderato
dal gelo il topo che si dibatte nella
gabbia
il marito che piange la moglie infedele. E’
l’ora
di cogliere il dolore degli altri in una
mano
e portarsela in fronte a stamparvi croci e
croci in rosso
udire il nostro grido nella bocca
dell’uomo
che ci passa accanto per caso è l’ora di
aprire
tutte le finestre tutte le porte abbattere i
muri se occorre
per poterci guardare negli occhi trovare
una parola
nuova che non sia preghiera ma urlo.
E’ l’ora che dalla morte nasca la vita” Andrea Camilleri,‘Non c’è più un tempo per vivere’ 1958.
100 anni fa nasceva Andrea Camilleri, uno dei più straordinari e poliedrici scrittori italiani.
E’ una poesia priva di punteggiature, eccetto 2 punti: è l’ora…
Enjambement che destabilizzano, spezzano la lirica, inducono a tornare indietro per capire le diverse disperazioni comuni a tutti gli uomini, come il frumento assiderato dal gelo e il topo che si dibatte nella gabbia…non importa la gravità del dolore, il risultato è sempre lo stesso: l’annientamento. Solo la presa di coscienza e il riconoscimento del dolore altrui: è l’ora di cogliere il dolore degli altri in una mano, è l’ora che ognuno raccolga in sé la morte degli altri…, che l’incredula incapacità umana di avvertire la sofferenza intorno a sé si fa da parte per far emergere il senso della comunione del dolore contro l’indifferenza e la solitudine che ovatta le nostre esistenze.
MARIA FRANCESCA MAGNI