La competizione: “ti ha spinto? La prossima volta buttala giù dalle scale…Dì a quella ragazza di stare al suo posto, è un’impertinente…è solo una secchiona, non sa niente della vita…” produce anime rabbiose e violente, oggi più che mai.
Chi non è un’aquila, se ‘sta bene di famiglia’, arriva in cima spintonando tutti, magari rubando a ‘lei’ la dignità, gli altri: né bravi né cattivi seguono gli stereotipi atavici dei ruoli imposti in casa e dalla strada; e sì perché anche le istituzioni, a partire dalla più importante che è la famiglia, pretendono, seppur velatamente che ‘lei’ faccia la cuccia: vada a lavorare, curi i figli, pulisca, non ‘alzi la cresta’, ma soprattutto non rinneghi il ‘mio grande amore’ per lei…che in realtà è solo convenienza.
Tutto ciò è insopportabile se ‘lei’ si ribellasse. Senza prospettive, senza interessi, riverso su di ‘lei’ la frustrazione di non avere niente e di non fare niente, e alla fine concludo giustificandomi: sei la mia vita, ho investito tutto su di te, perché mi hai fatto questo…ti uccido.
Inasprire le pene dei femminicidi non risolve il dramma, è necessario educare al rispetto.
Una donna non deve essere concepita come ‘materia fatta apposta’ per sopportare tutto al fine di mandare avanti ‘le cose’. Sulle sue spalle ricadono i compiti più gravosi e faticosi, sulle sue spalle sono ben visibili i pesi del mondo, tuttavia si continua a umiliarla, a relegarla sulla panchina di un parco sperduto, se va bene…
Insegnare la gentilezza e la gratitudine ai bambini e ai ragazzi li aiuta a dare e ricevere rispetto, a fronteggiare le rivalità, ad affrontare i problemi anziché nasconderli. Piccole pratiche di cortesia coltivano nell’animo empatia, comprensione per gli altri, disponibilità a capire chi è diverso e che la donna non è un oggetto da rompere quando non ‘mi serve più’ o da scaraventare in un burrone quando ‘non mi vuole più’.
Gentili si può diventare. “Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità per una gentilezza” Seneca.
Essere gentili significa anche cogliere i propri bisogni e quelli degli altri e pensare a soluzioni non violente. Accoglienza e valorizzazione delle persone, partendo dal nostro quotidiano, costituiscono un approccio altruistico che fa bene a noi stessi perché ci fa sentire persone migliori. Basta guardare chi parla con malignità contro gli altri in che stato è: sempre arrabbiato, con mezza bestemmia tra i denti, comunica con un linguaggio povero e ostile, senza idee, eppure è al vertice del comando.
Mi ha sconvolto la notizia di Elon Musk il delfino di Trump, diffusa ieri dai giornali e tg, che faceva e fa uso di droghe psichedeliche o allucinogene nell’amministrare lo Stato e probabilmente le sue imprese… Uomini che prospettano bene gli stereotipi della donna che deve ‘fare la donna’ secondo i canoni occidentali.
E’ noto a tutti che le persone apprendono in base a modelli di comportamento, e gli adulti hanno una grande responsabilità nei confronti della gioventù visto che rappresentano l’ esempio da seguire: l’agire dell’educatore diventa l’agire del bambino, dell’adolescente e dell’uomo che sarà.
Urge relazionarci agli altri con gentilezza per imparare a cooperare e a collaborare, attraverso questo lavoro sul piano emotivo di co-costruzione permette a tutti, ognuno coi propri talenti, di considerarsi indispensabile in questa bizzarra, gigantesca aula di apprendimento che è la terra dei popoli.
MARIA FRANCESCA MAGNI
