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CASARGO. Dopo la mostra dedicata dal comune di Calco presso il polo culturale di Arlate nel mese di Giugno 2025 all’artista Enrico Carozzi, figura significativa per la trasposizione artistica della realtà della Brianza nella parte centrale del XX secolo, l’artista torna protagonista di una seconda esposizione.

La località che ospita le opere del maestro a distanza di poco piu di due mesi è Casargo, realtà della Valsassina incastonata nelle prealpi lecchesi, che ha ospitato l’artista per lunghi soggiorni ripetuti di anno in anno con la compagnia della propria famiglia.

La retrospettiva a quarant’anni dalla scomparsa dell’artista, consente di apprezzarne il duplice valore del suo fare artistico trasposto nelle opere nate fra gli anni ’30 e i tardi anni’70.

Le opere esposte solo in parte ripropongono il profilo artistico e di vita tracciato nella prima mostra a Calco: proprio il legame con il luogo e il particolare clima di rapporti umani e con la natura che si instaura a Casargo, invita a spostare l’attenzione su altri aspetti dell’esperienza di Carozzi.

Nelle opere scelte per l’esposizione da un lato si individua un aspetto prevalentemente documentario nelle quali l’incedere di un tratto disegnativo mostra la volontà di descrivere puntualmente una veduta naturale piuttosto che qualche vicolo caratteristico della località prealpina del suo soggiorno.

Altre opere si differenziano, in prima istanza, per la martice realizzativa: il disegno lascia spazio a pennellate meno frante e piu corpose, dalle quali nasce per via allusiva, la forma.

Ne risulta un insieme dai tratti meno puntuali e tuttaviaanimate da suggestione nonchè da forte potere evocativo.

Non sarà difficile percepire un senso atmosferico piu marcato e la volontà di restituire l’abbraccio atmosferico, onnicomprensivo che da quell’impegno pittorico deriva, il quale a sua volta è frutto di un vissuto esperienziale, concreto e fugace al tempo stesso.

Oltre a questi aspetti, a metà strada frà il tecnico e poesia fatta per immagini, non si può non tener conto della sua vicenda umana e del particolare afflato poetico e figurativo con cui l’artista affronta la vita, gli affetti, le amicizie e il momento difficile della società di allora tramite la pittura.

Se nella mostra di Calco alcuni di questi aspetti e caratteri sono stati portati ad evidenza tramite un numero maggiore e tipologie differrenti di opere, è innegabile che anche le opere presenti a Casargo danno conto di declinazioni differenti in questi trascorsi.

La presenza di due autoritratti realizzati in diverse età dall’artista danno conto piu dell’aspetto fisiognomico piuttosto che di particolari estetici,capace di far emergere un ritratto “di carattere”in luogo della semplice effige. Parimenti la presenza di due soggetti a “natura silente”portano all’attenzione quanto per l’artista, contasse più il modo di ritrarre il soggetto, prima ancora che portare attenzione sui caratteri dello stesso, estraendone cosi gli aspetti essenziali prima ancora che formali.

Tale rigorosa applicazione deve essere stato probabilmente spesso, se non sempre per l’artista, un ineludibile stumento di individuazione, forse troppo trascurato, su cui è necessario soffermarsi e darne giusta considerazione.

Se nella Milano del tempo Carozzi sapeva muoversi con scaltrezza, lui vessillifero della pittura della tradizione, concepita e realizzata in modo tradizionale, confrontandosi con gli avanguardisti che allora incalzavano, rimaneva, per quanto stimato, uno fra molti.

A Casargo Carozzi sembra invece aver trovato la propria identità in un habitat, nel quale percepisce di poter essere maggiormente se stesso, che non nel rigore dell’etichetta che, vuoi o non vuoi la città impone in quanto a ritmi e modi di vita. Tutto questo poi si riversa nelle sue opere.

Come già in precedenza sottolineato sarebbe troppo semplice legare i modi dell’artista a qualche suggestione impressionista, facendo affidamento sulla risultanza di risultati estetici di alcune sue opere.

 Il profilo caratteriale che emerge in realtà è quello di un uomo dall’atteggiamento artistico da “realista” e al tempo stesso “romantico”: sono accezioni queste ultime che artisticamente hanno riferimenti puntuali, e che nell’esperienza del nostro convivono, dando origine a formulazioni artistiche originali per le quali è conosciuto.

Dunque l’esposizione che consta di un numero ristretto di opere ma di alto significato, riportando all’attualità l’esperienza dell’artista a quarant’anni dalla sua scomparsa proprio là dove quelle suggestioni sono nate e che per molti anni hanno indotto l’artista a tornare nell’intimità del paese della Valsassina per ritrovarle.

LUCA NAVA

Giorni e orari della mostra:

Giovedi 28/08: ore 18:30/22:00

Venerdi/Domenica  29- 31: ore 17:00/21:00

Chiesa di Santa Croce, Casargo (lc) Via Italia 44.

da Artislineblog.com

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